Ogni volta che avete i minuti contati e dovete affrontare una coda alla cassa o avete a che fare con un cliente arrogante, praticate l’autocontrollo. Lì per lì difficilmente ce ne accorgiamo, ma con tutte le nostre forze facciamo appello a una dote che si sviluppa nel tempo, che abbiamo appreso da piccoli. Scopriamo come funziona l’autocontrollo nei bambini.
L’autocontrollo nei bambini non è innato
In questi casi, se non avessimo l’autocontrollo, potremmo metterci a urlare e a sbraitare, lanciare oggetti e mettere il broncio. Non è, infatti, un caso che quando qualcuno perde le staffe dica di aver perso il controllo.
L’autocontrollo non è innato, ma si sviluppa nel tempo, a partire dall’anno di vita circa, quando il bambino si trova in bilico fra voler affermare la propria individualità e iniziare a obbedire ai primi comandi. Fra l’anno e mezzo e i due anni, il bambino inizia a rispettare maggiormente gli ordini impartiti, ma di strada ce n’è ancora molta da fare.
Autocontrollo nei bambini: perché arrivano i capricci
In questa età, quasi tutti i bambini iniziano a fare i capricci quando è ora di smettere di giocare o quando bisogna tornare a casa dai giardinetti, scissi fra l’obbedire e il fare di testa loro. Non mancano mai urla, capricci, smanacciate e morsi.
Superati i due anni, il bambino inizia ad avere un buon sviluppo linguistico che gli permette di esprimersi a parole e di piangere meno. In questa fase, l’autocontrollo dei bambini subisce un netto miglioramento anche grazie al volersi sentire grande e allo sviluppo di una coscienza interiore.
Autocontrollo nei bambini: come si acquisisce?
Passo dopo passo, i bambini arrivano a comprendere che non sempre si può ottenere quello che si vuole e che spesso bisogna scendere a compromessi; indubbiamente in questa fase ha un ruolo decisivo l’apporto di genitori e insegnanti per permettere un buon sviluppo dell’autocontrollo.