Lo sappiamo che è uno di quegli argomenti le cui parole non sono mai troppe.
Un argomento che fa più dividere che unire.
Un tema che fa vendere chilate di libri, e rompere amicizie e parentele.
Ognuno dice la sua: è più forte di qualunque gioco del silenzio. Di cosa stiamo parlando? Dell’ allattamento!
In gravidanza, quando ancora leggevo, ho letto molto sul tema.
Ero diventata un’estimatrice della Leche League. Avevo fortificato le mie idee sull’allattamento al seno, durante le lezioni del corso preparto. Quando, in un negozio ci avevano omaggiato di un biberon, corsi a nasconderlo in un cassetto, con l’intenzione di dimenticarlo.
Non è che prima avessi l’idea che l’allattamento artificiale fosse sbagliato.
Tutt’altro: non me ne importava affatto. E senza giudizio alcuno, senza demonizzare i biberon, avevo capito che mi sarebbe piaciuto allattare al seno.
Ovviamente, alla fine, ho dato l’artificiale! Ho dovuto, non appena rientrata a casa, rintracciare il biberon sepolto fra le tutine ed i body, ed ho dovuto “cedere”. Mi sono trovata travolta da una situazione più grande di me, a causa dei postumi di un parto difficile, ed il mio seno non era tanto per la quale. Non usciva granché, e non c’era molto da fare.
Le prime settimane sono state difficili: volevo fortemente fare quanto programmato, per cui, prima della somministrazione del biberon, davo il seno. Manco il tempo di finire con il biberon e di nuovo provavo con il seno.
Stress allo stato puro! Stanca morta, ma non mi arrendevo! Così provai a cercare aiuti anche nei consultori: tutte mi vedevano motivata, ma constatavano che erano passati troppi giorni per l’allattamento esclusivo al seno.
Mi prospettavano un ipotetico tris fatto di tiralatte-biberon artificiale- Das. Considerato anche il mio stato fisico di quei giorni, pian piano, con non poca delusione, svaniva l’idea che mi ero fatta nei 9 mesi precedenti.
Poi,improvvisamente è arrivato un bel pomeriggio in cui mi sono rassegnata, ma soprattutto rasserenata, all’idea che quel programma non sarebbe stato più realizzabile, suscitando una sorta di pietà: “Ah, non allatti tu? Ma che peccato!”.
Ora, non sono qui a raccontare il mio percorso, ma solo a sottolineare che l’allattamento non è una roba che una mamma decide con leggerezza (e non sempre si può decidere!). Ci si aspetterebbe un po’ di rispetto!
Offrire il latte artificiale, non vuol dire far crescere un bambino di plastica. Non cresciamo bimbi finti: non sono di amianto né di paraffina.
Non sono cancerogeni, né puzzano delle fodere delle auto nuove.
Assurdo come, in un mondo in cui ci siamo inventati bandiere ed ombrelli dai colori arcobaleno, in segno di protesta pacifica per salvaguardare diritti calpestati, noi e i nostri figli di plastilina, dobbiamo ancora giustificarci, o leggere libri sull’educazione dei neonati, ed accorgerci che a Noi, hanno offerto solo un paio di righe, mentre tutto il resto è dedicato alle mamme per bene & ai lori figli da Vogue Latte.
Due figli il primo ora 6 anni allattato con biberon l’altro ora 2 anni allattato al seno per 11 mesi…..cresciuti alla solita maniera….nessuna differenza….prendono si e no due raffreddori all’anno…..qnd mamma che non avete il latte state tranquille e non ve ne fate una colpa….
Brava Chiara, sei un esempio del fatto che la differenza non è in un biberon! Grazie 🙂
Ho appena avuto due meravigliosi gemellini, 14 giorni fa…è dura. E il mio latte sembra proprio non bastare…loro fanno pasti di latte artificiale e così si saziano. Nel mezzo li attacco quando sono un po in forze…ma non ce la farei da sola. Non mi sento sbagliata, anzi, mi sento speciale…sono due ed è davvero difficile per me. Ma vado avanti, e l’unico mio scopo è che crescano forti…
Sicuramente avere dei gemelli deve essere molto dura all’inizio. Ma che magnifica avventura! In bocca al lupo ! 🙂
questo post e’ frutto di molta ignoranza sul tema. e’ evidente che non e’ statabe supportata da chi doveva farlo, dal pediatra alle ostetriche alle consulenti dell’allattamento.per come la vedo io, dato che il mondo e’ pieno di biberon, le uniche che subiscono discriminazione sono le mamme che decidono di allattare dopo i sei mesi, continuamente ostacolate da tutti.
Cara Giada, prima dici che il post è frutto di ignoranza sul tema, poi dici che non c’è stato supporto, alla fine che sono discriminate le mamme che danno il seno. Non è facile rispondere a tre asserzioni che non considero esatte. Cercherò di sintetizzare: 1) Ho letto talmente tanto nei 9 mesi, che mi era difficile arrivare totalmente impreparata al momento (nella teoria ovviamente). Ti assicuro che mi ero Studiata i libri che avevo volutamente acquistato. Avevo chiesto e richiesto ad altre mamme (il come si fa; se è difficile;i pro e i contro). 2) Il supporto l’ho avuto, ma le mie condizioni fisiche non mi hanno permesso di “farmi aiutare”. Sicuramente, se avessi avuto un’ostetrica giorno e notte sempre con me, capace di aiutarmi anche a sedere , forse poteva andare diversamente. Ma di problemi fisici, il mio dopoparto è stato pieno. Avrei avuto bisogno di un sostegno continuo. Forse potevo essere aiutata un pochino di più in ospedale, perchè con le flebo non era facile attaccare da sola la bambina, questo è vero. 3)Se tu ti senti discriminata, ovviamente, è la tua sensazione e non posso dir nulla su questo, ma che siano discrimanate le mamme che allattano, mi è nuova. Mai incontrata una che me lo dicesse. Tutte le mamme che conosco hanno allattato ben oltre i sei mesi. Se, invece, ti riferisci a quegli articoli che, ogni tanto, escono sull’argomento, tipo : “mamma che allatta in un bar, e le viene chiesto di uscire.” Questo è un altro tema, ma non ha a che fare con la discriminazione, ma non la stupidità di chi non accoglie, ma addirittura esclude. Grazie del tuo commento…. e se davvero ti senti discriminata, sappi che invece io ammiro chi con tenacia, e forza fisica, continua per la sua strada facendo quello che sente, e lo fa con amore.
ho avuto lo stesso percorso e ancora oggi non sopporto chi, senza sapere cosa abbia significato per me, si ritiene superiore per essere riuscita ad allattare o chi vuole farmi sentire in colpa per aver dato l’artificiale
Sono sicura che molti non lo fanno neanche con cattiva intenzione, ma con tanta superficialità, che comunqne è dura a digerire alcune volte
Brava! Sono le esatte parole che vorrei dire anch’io! Mi è successo l’identica cosa, e devo dirlo, da quando le do l’artificiale sto meglio, prima era troppo stress per me.. ma lo può capire solo chi ci ha passato sembra!! :'( anche così comunque per me non è che sia stata una passeggiata.. la mia piccola mangiava 8 volte al giorno! Ora ha due mesi e sta cambiando ritmo, almeno la notte dorme un po’ di piú! 🙂
Si, lo può capire solo chi ci passa! Hai detto bene!