L’esigenza per una mamma di stare con il proprio bambino è irrinunciabile, soprattutto quando è appena nato, ancor di più quando è nato prematuro: nella maggior parte degli ospedali italiani – se non nella quasi totalità di essi – questo diritto non è però soddisfatto, perché i bambini nati prematuri necessitano di una terapia intensiva neonatale che richiede di spostarli in un’altra stanza rispetto a quella della madre. Avvolti da fili e tenuti nelle incubatrici, i nati prematuri vengono messi tutti in una stessa stanza, con le mamme che devono fare la spola da una parte all’altra dell’ospedale.
All’estero – dagli Stati Uniti all’Olanda – la situazione è diversa e gli ospedali sono organizzati in modo da praticare la terapia intensiva neonatale in camere singole, le cosiddette single family room, dove ogni mamma può stare con il suo bambino 24 ore su 24 e senza altri pazienti intorno.
Questo modello arriverà presto anche in Italia, precisamente all’ospedale San Gerardo di Monza, dove le single family rooms potrebbero essere attive già tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. Una soluzione pensata per favorire il benessere del bambino, che si gioverà del contatto diretto con la madre.
Inoltre, stando in un ambiente ristretto i piccoli sono meno esposti al rischio infezioni presente in camere più affollate, e rafforzando il contatto con il neonato, la mamma stessa impara prima come prendersi cura di un bambino che – nato prematuro – è ancor più fragile e delicato degli altri.
Come spiega il dottor Paolo Tagliabue, primario al reparto di neonatologia dell’ospedale San Gerardo di Monza, le single family rooms saranno messe a disposizione di tutti i bambini, non solo di quelli che si trovano in condizioni particolarmente critiche. L’obiettivo è rendere più veloci i tempi di recupero dei piccoli, cosicché mamma e bebè possano tornare presto a casa.
Bella. Iniziativa ottima
Grandi. Bravi