La villocentesi è un esame prenatale che può diagnosticare molte anomalie fetali già nelle prime settimane di gestazione. Viene prescritto in presenza di determinate condizioni e può comportare dei rischi.
Villocentesi: a cosa serve e come si esegue
La villocentesi serve per valutare la salute del feto dal punto di vista della normalità del suo corredo cromosomico e dell’eventuale presenza di variazioni genomiche o di infezioni. Questo esame viene effettuato tra la 9^ e la 13^ settimana di gravidanza e consiste nell’analisi dei villi coriali prelevati dalla placenta. Il prelievo avviene per aspirazione: sotto guida ecografica, viene inserito nell’addome della gestante un sottile ago che serve per aspirare una piccola quantità di tessuto placentare. Questa manovra di aspirazione dura in tutto 20 secondi, provoca solamente un leggero fastidio: dopo l’esame, la futura mamma deve stare a riposo assoluto per almeno 12 ore, nelle due settimane successive, astenersi dal fare sforzi. Tali precauzioni vanno osservate per ridurre al minimo i rischi che un esame invasivo come la villocentesi può comportare.
Diagnosi prenatale: quando fare la villocentesi e quali rischi comporta
La villocentesi non è un esame prenatale di routine; è consigliato alle gestanti con più di 35 anni di età o che abbiano una storia familiare con presenza di anomalie cromosomiche. L’esame dei villi coriali si esegue anche in caso di risultati dubbi di altri test, quali la translucenza nucale e l’esame per l’identificazione del DNA fetale. Con la villocentesi si può diagnosticare un’ampia gamma di anomalie nel feto e con un’attendibilità quasi completa, però è un esame invasivo e comporta alcuni rischi. Il rischio maggiore è quello di aborto spontaneo, anche perché l’esame viene eseguito nel primo trimestre di gravidanza che già di per sé è un periodo rischioso; si parla comunque di una probabilità di aborto bassissima (1%) che, negli ultimi anni, è scesa ancor di più (0,8%). Il rischio di malformazioni nello sviluppo del feto correlate con la villocentesi risulta, ad oggi, del tutto azzerato.