In questo periodo nel quale tutte le attenzioni degli italiani sono rivolte al possibile contagio da coronavirus è comunque necessario prestare attenzione anche alle vaccinazioni abituali alle quali si devono sottoporre i bambini nei primi anni di vita. Ecco perché è importante che non si fermino.
La Società Italiana di Pediatria ha lanciato un allarme
L’offerta “vaccinale” in questo periodo nel quale si convive con il coronavirus è “a macchia di leopardo”. Molte segnalazioni arrivano da varie parti del nostro Paese, come quella di una mamma di Foggia che chiarisce che vengono effettuate solo le vaccinazioni “obbligatorie” per i bambini nati nello scorso anno e nei primi mesi del 2020. Lo stesso accade in provincia di Bergamo, una delle più colpite dall’epidemia. In altre località italiane, dalla provincia di Catanzaro a quella di Torino, da Bolzano a Caserta, arrivano invece delle segnalazioni su un blocco completo delle vaccinazioni. In altre situazioni, che si sono verificate sia in provincia di Roma che a Torino città invece, gli appuntamenti per le vaccinazioni sono stati rinviati di alcune settimane, in alcuni casi solo per alcune tipologie di vaccini. Una situazione che sta creando un notevole allarme tra gli esperti della Società Italiana di Pediatria che ne hanno parlato in un articolo che è stato pubblicato sulla loro rivista ufficiale. In questo articolo il coordinatore del “Tavolo tecnico sulle vaccinazioni”, Rocco Russo, ha spiegato che molte famiglie hanno preferito rinviare la vaccinazione proprio a causa della paura del contagio, ma che in altri casi la vaccinazione non è stata eseguita per la chiusura dei centri che le dovevano effettuare ed anche per decisioni di rinvio non dovute a carenza di personale abilitato. Decisioni che la SIP ritiene inaccettabili, specialmente quando sono prese dal Servizio Pubblico.
Le decisioni delle autorità sanitarie
Il Ministero della Salute non ha mai dato indicazioni in questo senso alle varie strutture locali e anche l’OMS, con un suo documento ha chiarito che si deve tener comunque conto delle eventuali carenze di personale, quando questo sia stato trasferito nei reparti di lotta al Covid 19. Se si verificano queste situazioni si deve procedere con una raccolta dei dati di tutti i bambini che non sono stati vaccinati quando previsto e riprogrammare nuove date. Una sospensione delle vaccinazioni “pediatriche” potrebbe comportare dei rischi in quanto le dosi che vengono assunte durante le varie vaccinazioni hanno la loro validità abbinate a degli intervalli di tempo definiti, per cui si potrebbero avere delle minori garanzie di efficacia del vaccino stesso. Oltre a questo un altro rischio che si corre è quello di avere dei “focolai” di malattie infettive come possono essere la pertosse ed il morbillo. Se la vaccinazione è stata rinviata oppure annullata i genitori possono avanzare una protesta contro i centri inadempienti, anche con lettera scritta, e rivolgersi ad altri centri che stanno lavorando per avere la vaccinazione, sempre tenendo presente di attenersi alle limitazioni previste dalla legge per quanto riguarda gli spostamenti.