Nel 2018 troppi disturbi infantili vengono trattati tramite farmaci potenti. Uno studio mostra un utilizzo scorretto di farmaci per curare i bambini.
La salute è da sempre una delle più grandi preoccupazioni dell’essere umano, che nel corso della storia ha fatto passi da gigante nel campo delle ricerche scientifiche associate alla medicina. Gli studi, gli esperimenti, l’evoluzione del pensiero hanno portato alla diffusione di farmaci di ultima generazione, progettati per far fronte a una serie sempre maggiore (e a volte quasi assurda) di disturbi fisici.
Una tendenza frequente e preoccupanti riguarda proprio l’utilizzo dei farmaci per la cura di qualunque problematica, anche di scarsa gravità, e l’estensione di questa abitudine anche ai più piccoli. I dati raccolti dal rapporto OSMED di AIFA di questo 2018 hanno infatti evidenziato come molti genitori ricorrano a farmaci e antibiotici per risolvere nei figli, anche molto piccoli, disturbi per i quali non è davvero necessario un intervento medico o che dovrebbero essere trattati in modo molto più lieve. Una simile attitudine non solo si rivela inutile a lungo andare, ma è anche molto dannosa per la salute dei bambini.
Le statistiche
Gli studi si concentrano su bambini italiani e su adolescenti di età inferiore ai 18 anni, delle regioni Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. I risultati delle ricerche, davvero sconcertanti, mostrano che non solo i maggiori consumatori di farmaci sono i bambini più piccoli, di età inferiore ai 3 anni, ma che al primo posto tra i tipi di medicinali utilizzati ci sono proprio gli antibiotici, con una prevalenza di antimicrobici e farmaci per l’asma.
Ciò significa che per la cura di disturbi anche piuttosto lievi e poco gravi i genitori ricorrono spesso a farmaci piuttosto potenti per i loro figli.
La responsabilità dell’errore non va attribuita solo ai genitori, che ricorrono in modo inappropriato ma in buona fede a farmaci che ritengono efficaci, ma anche e soprattutto dei medici e dei pediatri che spesso li prescrivono per risolvere velocemente i disturbi.
Dei banali raffreddori sono trattati direttamente con l’antibiotico quando in realtà potrebbero essere alleviati da farmaci molto più lievi o addirittura lasciati guarire autonomamente. Accanto a questa discutibile scelta c’è anche quella di utilizzare spesso antibiotici non adeguati al tipo di disturbo presente. Non tutti gli antibiotici sono uguali e non tutti sono indicati per la cura di alcune problematiche, con conseguenze anche pericolose per la salute dei piccoli.
La pericolosità di una simile abitudine
Nonostante i consigli di altri medici, che scongiurano l’utilizzo di antibiotici per trattare problemi poco gravi, ancora oggi molti genitori e alcuni pediatri ricorrono a farmaci potenti, ignorando l’effetto rischioso che essi hanno sulla salute dei bambini, soprattutto i più piccoli.
Un antibiotico troppo potente o inadatto a un problema di salute porta a quella che viene definita farmaco-resistenza. Essa consiste semplicemente nella capacità di adattamento dei batteri, che sviluppano nuovi modi di agire aggirando, con il tempo, l’azione dell’antibiotico.
Il batterio, in parole povere, si abitua al farmaco che lo combatte e trova il modo di evitarlo. Così come questo può avvenire con i batteri meno pericoloso, la stessa cosa succede anche con batteri di un certo grado di pericolosità. Accanto a questo problema c’è inoltre il rischio che i bambini sviluppino altre patologie fisiche nel corso del tempo.