Uno studio della Sapienza condotto sui dati del Lazio, ha rivelato che durante la prima ondata del Covid-19, il numero dei bambini nati morti è triplicato.
I dati della ricerca
Lo studio ha preso in considerazione i numeri delle nascite nella regione Lazio da marzo a maggio 2020. Confrontando questi dati con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente è stato evidenziato che il numero dei bambini nati morti quest’anno è triplicato. Si tratta di un dato sicuramente allarmante, ma qual è stata la causa? Una delle motivazioni di questo spaventoso incremento è dovuto al fatto che numerose donne, con lo scoppio della pandemia, hanno deciso di non recarsi alle visite di controllo durante la gravidanza, per non rischiare di infettarsi. Questo dato, dunque, sembrerebbe non essere dovuto all’infezione da Covid-19, anche perché durante la prima ondata, l’incidenza dei contagi nelle regioni centrali, è stata piuttosto contenuta. Inoltre, anche se la mamma fosse risultata positiva al tampone, al momento non sono stati segnalati casi certi di trasmissione intrauterina dell’infezione. Il neonato, però, può essere contagiato subito dopo la nascita, per questo viene raccomandato di utilizzare la mascherina e di lavarsi spesso le mani. Tuttavia, l’allattamento è consigliato anche se la mamma è positiva, in quanto non è stata riscontrata la presenza del virus nel latte materno. L’importante è farlo con le dovute accortezze, ovvero: indossare la mascherina, camice usa e getta e igienizzare spesso le mani.
La diminuzione dei parti prematuri
Tenendo in considerazione gli stessi mesi, quindi la prima ondata della pandemia, la ricerca condotta da Leonardo Villani della Cattolica di Roma e Arianna Polo della Direzione Salute e Integrazione Socio-sanitaria della Regione, è emerso un altro dato importante, ovvero la diminuzione dei parti prematuri. Quest’ultimo dato sembrerebbe essere dovuto ad uno stile di vita più tranquillo che il lockdown ha, in un certo senso, imposto alle donne in gravidanza.