Quella che molti chiamano scuola materna, o asilo (nonostante questa dicitura non sia più attuale e quindi non più corretta), rappresenta oggi la scuola dell’infanzia: il primo passo che i bambini compiono nella comunità, dove entrano a fare parte della società in quanto tale: un ambiente sociale condiviso con altri membri – coetanei e adulti.
Tuttavia, spesso capita di pensare a questo periodo evolutivo come un terreno di prova per il bambino, che secondo questa visione si preparerebbe ai ‘doveri’ e le responsabilità che le scuole elementari portano con sé. Eppure, ci sono altre tappe dello sviluppo che caratterizzano gli anni precedenti alla scolarizzazione e che hanno priorità. Vediamole insieme.
Indicazioni nazionali: le quattro finalità della scuola dell’infanzia
Secondo lo Stato le finalità a cui la scuola dell’infanzia deve volgere sono: lo sviluppo delle competenze, lo sviluppo dell’identità, quello dell’autonomia, e infine la promozione della cittadinanza.
Ma che cosa significa esattamente? Molti studiosi dello sviluppo, come Bowlby, Winnicott o Bronfenbrenner parlano del bambino come un essere sociale che influenza e viene influenzato dal proprio ambiente; inoltre, è noto che i primi anni di vita rappresentino un periodo critico, nel senso di cruciale, per lo sviluppo dell’identità del bambino.
E’ quindi estremamente importante che la scuola dell’infanzia permetta ai bambini di esercitare la loro libertà d’espressione, che gli offra situazioni nelle quali i piccoli possano testare le proprie nascenti competenze, dove possano capire fino a che punto si spinge, in ogni vario momento, la loro capacità di essere autonomi. Infine, la promozione della cittadinanza.
Questo perché non è mai abbastanza presto per crescere membri della società con uno spiccato senso civico, capacità di essere solidali e di pensare in modo critico e propositivo; caratteristiche alla base di una comunità vitale e funzionale.
Cosa mettere nello zainetto per la scuola? La prospettiva della psicologia dello sviluppo
Siamo arrivati alla fine, ed è ora di preparare figurativamente lo zaino per la scuola. Ma quindi, cosa è importante metterci dentro? Sicuramente una mente aperta, flessibile e in continua crescita; ancora, la creatività, in quanto è in questo periodo che il cervello dei bambini crea molte nuove sinapsi legate all’apprendimento motorio ma anche a quello cognitivo, cioè alla capacità di ragionare e di muoversi nello spazio circostante.
Infine, il dialogo: un altro importante psicologo, Lev Vygotskij, postula nel suo lavoro l’importanza del linguaggio come strumento attraverso il quale i bambini non solo imparano nuove parole, ma anche nuove strategie di pensiero e di condivisione sociale. Insomma: mandiamo i nostri bambini alla scuola dell’infanzia non per renderli precoci studenti, ma facciamolo per crescerli come individui sani, autonomi, creativi e liberi. Come vorremmo vederli in futuro.