Per mutismo selettivo si intende l’incapacità di un bambino di comunicare all’interno di alcuni contesti, tendendo a chiudersi in sé stesso senza proferire parola in presenza di persone estranee al suo nucleo familiare. Queste difficoltà possono apparire già durante la prima infanzia, oppure in un momento successivo, ma il fatto che questo atteggiamento sia selettivo, e che quindi si verifichi soltanto in alcune circostanze, porta generalmente ad identificarlo con molto ritardo, rendendo più complesso intervenire.
Sebbene non sia indice di alcun disturbo dello sviluppo e di nessuna malattia organica, riuscire a riconoscerlo e affrontarlo efficacemente può contribuire moltissimo ad una crescita serena costellata di rapporti interpersonali ricchi e appaganti.
Mutismo selettivo: come riconoscerlo?
Di solito questo disturbo si riesce ad identificare chiaramente verso i cinque anni di età, quando i bambini iniziano a frequentare la scuola e i loro atteggiamenti iniziano a compromettere i rapporti con i compagni di classe e la relazione con gli insegnanti.
All’interno dell’ambiente domestico o in presenza di alcune persone che il piccolo include nelle sue conoscenze più strette, i suoi comportamenti potrebbero essere del tutto normali e spesso anche vivaci ed espansivi, ma se in presenza di un estraneo apparisse improvvisamente timido, molto riservato, e del tutto incapace di esprimersi è necessario prestare qualche attenzione alla cosa. Questi atteggiamenti sono spesso accompagnati dalla tendenza a ritrarsi da un possibile contato fisico, a evitare gli sguardi o ad assumere pose facciali inespressive lasciando trasparire un forte senso di ansia e di disagio. La presenza di questi atteggiamenti potrebbe essere un importante campanello d’allarme tramite cui questo disturbo si manifesta, e per questo sarebbe utile non sottovalutarla.
Sebbene tendano a presentarsi più facilmente in bambini ipersensibili e molto riservati, questi segnali esprimono un’ansia sociale non indifferente che chiede a gran voce di essere presa in considerazione.
Come affrontare il mutismo selettivo?
Spesso questo disturbo può essere transitorio e scomparire col passare del tempo, ma non è raro che lasci segni importanti sulla personalità di chi ne è stato affetto. Esercitare una pressione eccessiva per spingere il bambino a comunicare non è il metodo migliore per affrontare la situazione: come ogni manifestazione di disagio, questo disturbo va ad accentuarsi in condizioni di stress, quindi anche nel momento in cui vengano promesse ricompense o punizioni per cercare di indurre un comportamento differente.
Le strategie più efficaci sembrano essere quelle legate ad atteggiamenti di pazienza e comprensione da parte degli adulti, utili a far sentire il bambino accettato e a contrastare il senso di ansia, magari associate ad una terapia cognitivo comportamentale attuata da un professionista all’interno di un ambiente riconosciuto come naturale e inoffensivo. Ovviamente tutto questo non potrà modificare il carattere del bambino, ma potrà aiutarlo a gestire efficacemente la sensazione di ansia sociale che lo opprime.