La meningite è da sempre considerata una patologia molto grave data la sintomatologia che provoca e la gravità del quadro clinico ad essa correlato.
Purtroppo, tra i soggetti maggiormente colpiti vi sono proprio i bambini.
In questo articolo, cerchiamo di definire la meningite fulminante nei bambini, analizzando le cause, i sintomi, i metodi per prevenirla e le migliori cure che si possono instaurare al fine di trattarla adeguatamente.
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Meningite fulminante nei bambini: definizione e causa
La meningite è una malattia dal decorso grave caratterizzata dall’infezione delle meningi, speciali membrane che assolvono l’importante funzione di rivestimento del cervello e del midollo spinale.
L’insorgenza della patologia è scatenata dall’azione di un batterio, noto come Neisseria Meningitidis, altresì noto come meningococco, il quale è presente in diversi sierotipi; quelli che circolano maggiormente in Italia e sul territorio europeo sono il B e il C, mentre il continente africano e quello asiatico sono prevalentemente colpiti dal tipo A, X e W.
Il contagio da meningococco avviene per via aerea tramite le semplici secrezioni del tratto respiratorio o a causa di minuscole goccioline di saliva che veicolano il batterio; da questo si deduce che il contagio è legato doppio filo ad uno stretto contatto con un individuo malato.
Questa peculiarità rende i centri di aggregazione sociale i responsabili primari dell’infezione: per quanto riguarda i bambini, gli asili, le scuole o le ludoteche sono i principali luoghi dove il meningococco potrebbe fare strage, anche a causa dell’innata tendenza infantile di mettere qualsivoglia oggetto in bocca o nel naso, agevolando di fatto la trasmissione del batterio.
Tuttavia, è bene chiarire che il meningococco non sopravvive nell’ambiente o negli alimenti.
La percentuale maggiore di bambini contagiati ha età minore di 5 anni, con un’altissima incidenza in coloro che sono nei primi 600 giorni di esistenza.
Che dire delle possibili conseguenze che il decorso della patologia potrebbe includere?
Meningite fulminante nei bambini: le conseguenze
Data la rapida evoluzione e l’elevata gravità della patologia, le conseguenze alle quali essa potrebbe condurre sono molto gravi.
Secondo alcune statistiche, purtroppo, circa il 15% dei bambini colpiti muore nonostante una diagnosi precoce o un trattamento adeguato altrettanto tempestivo.
Nei casi di guarigione dalla patologia, le conseguenze che lascia nell’organismo sono molto gravi: si parla di ritardo mentale e cognitivo, deficit neurologici e disturbi agli organi sensoriali, come la sordità.
Meningite fulminante nei bambini: i sintomi
La patologia possiede un’incubazione media che va dai 2 ai 10 giorni, mentre la contagiosità dei pazienti colpiti si limita alle 24 ore dopo l’avvio della terapia antibiotica.
Il quadro sintomatologico associato alla meningite varia a seconda dell’età del bambino; tuttavia, tra i sintomi più frequenti si annoverano:
- cefalea;
- vomito;
- febbre alta;
- rigidità nucale;
- malessere generale;
- nei casi più gravi, crisi convulsive o alterazioni dello stato di coscienza
In linea generale, esistono alcuni segnali o campanelli d’allarme che consentono di riconoscere preventivamente la patologia prima che si evolva.
Alcuni di essi sono:
- pianti estremamente frequenti e lamentosi;
- difficoltà nell’alimentazione;
- aspetto pallido e sofferente;
- fontanella particolarmente gonfia o dolente
La compromissione generale, purtroppo, è ben visibile dalla comparsa di petecchie, ossia punti rossi cutanei, o di porpora, macchie dalla colorazione rossa o bluastra di variabili dimensioni.
Meningite fulminante nei bambini: metodi di prevenzione e cure
Nel caso in cui si venga a sapere che il bambino è stato a stretto contatto con un paziente affetto da meningite, è fondamentale informare tempestivamente il pediatra che provvederà a instaurare immediatamente una terapia antibiotica che esula dall’età o dall’immunizzazione del bambino.
L’unica arma di prevenzione realmente efficace è rappresentata dal vaccino contro la meningite batterica o, più generalmente, contro il meningococco.
Ad oggi, i vaccini esistenti sono principalmente 3:
- vaccino contro la meningite C, gratuito e adatto per i bambini di età compresa tra i 13 e i 15 mesi;
- vaccino contro la meningite B, anch’esso totalmente gratuito e somministrabile anche nei bambini al secondo o terzo mese di vita;
- vaccino tetravalente contro i sierotipi A, W, C e Y del meningococco
È bene considerare che il vaccino potrebbe arrecare alcuni effetti collaterali assolutamente normali e fisiologici.
Alcuni dei più frequenti si risolvono autonomamente dopo un paio di giorni dall’inoculazione e sono:
- febbre;
- sonnolenza;
- malessere generale;
- irritabilità;
- disturbi gastro-intestinali
In alcuni casi, si possono manifestare reazioni allergiche di moderata entità, sino ai rarissimi shock anafilattici, i quali si verificano immediatamente dopo l’inoculazione del vaccino: anche in questo caso, non c’è molto di cui preoccuparsi perché l’intervento medico sarebbe immediato e totalmente risolutivo.
Come detto, la miglior terapia di contrasto alla meningite è quella antibiotica, la quale potrebbe alleviare i sintomi e condurre verso una totale guarigione.
Ad ogni modo, la prevenzione resta un’arma indispensabile per evitare che il meningococco colpisca i bambini.
Bebe Vio e la meningite
A 11 anni, Beatrice Vio fu colpita da una meningite acuta. Le conseguenti emorragie interne,costrinsero i medici ad amputarle gli avambracci e le gambe per salvarle la vita. Al tempo, le campagne vaccinali contro la meningite non erano state ancora avviate per i ragazzi della sua età. Nonostante lei fosse