La mastite rappresenta uno dei problemi più frequenti durante l’allattamento: ma in cosa consiste questa infezione che interessa la mammella e quali ne sono le cause? Vediamo di seguito di cosa si tratta, quali sono i sintomi e come va curata la mastite in modo da tutelare pure la salute del lattante.
Mastite, cos’è e le sue cause
La mastite, uno dei problemi più frequenti che riguarda le puerpere, consiste in una infezione alla mammella che si manifesta durante l’allattamento, mentre in tutti gli altri casi si parla di mastite non puerperale. Secondo alcune stime questa patologia interesserebbe una percentuale compresa tra il 2 e il 10% delle donne che allattano il neonato al seno e si accompagna a una fastidiosa infezione che insorge nel corso delle prime sei settimane dopo il parto, ma non necessariamente solo in questa delicata fase. Tra le cause della mastite c’è uno scarso drenaggio del seno, la stasi del latte ma anche una penetrazione di batteri nella ghiandola mammaria che è favorita dalla dilatazione dei dotti galattofori, dalla presenza di lesioni sul capezzolo o dal cosiddetto “ingorgo mammario” (quando la mammella non riesce a svuotarsi).
I principali sintomi e la diagnosi
A proposito dei batteri responsabili della mastite, lo Stafilococco aureo è il più comune: è capace di causare infezioni cutanee non molto gravi ma se queste non vengono trattate adeguatamente possono degenerare in un ascesso. I sintomi che consentono di riconoscere una mastite acuta puerperale sono la percezione del dolore, il turgore e l’arrossamento della mammella, la sensazione di calore al tatto ma anche tutti quelli assimilabili all’influenza con febbre attorno ai 38° C. Per quanto concerne invece la diagnosi della mastite, questa si basa sulla raccolta dei dati riguardanti la storia clinica della paziente e una visita medica che comunque non prevede esami strumentali: solamente nelle forme più gravi si procede pure a un esame colturale del latte materno.
Cura e consigli per l’allattamento
La cura della mastite varia in base all’intensità dell’infezione: nei casi meno acuti (stasi del latte) basta attendere poche ore, mentre se i sintomi persistono per uno o due giorni si ricorre alla terapia antibiotica prescritta dal medico (penicilline come dicloxacillina e amoxicillina) e che copre un arco di circa due settimane. Se nemmeno con gli antibiotici il problema si risolve, conviene effettuare un’ecografia per verificare la presenza di un ascesso e la sua eventuale rimozione con tanto di drenaggio della mammella interessata. Ad ogni modo nelle mastiti meno gravi ma comunque dolorose la mamma può iniziare la poppata dal seno sano, ricordando di massaggiare invece quello affetto dall’infezione durante l’allattamento per favorire il drenaggio del latte: tuttavia, come spiegano gli esperti, si può continuare ad allattare in presenza di mastiti (a meno che non vi siano ascessi) dato che l’interruzione rischierebbe di aggravare la stasi del latte.