L’epidemia da coronavirus che costringe a casa molti lavoratori ha di fatto aumentato l’uso dello smart working, per tutte le persone che possono usare questa tecnologia. Una possibilità che in molti casi cozza con la routine quotidiana di genitori che devono anche tenere conto delle esigenze dei figli, anche loro costretti in casa dalla chiusura delle scuole.
Una transizione non facile
Il maggiore problema da considerare per quanto riguarda il lavoro da casa risulta quello della convivenza con i figli, che in alcuni casi sono piccoli e hanno bisogno di essere seguiti dai genitori, per cui si deve necessariamente cambiare in modo netto la propria “filosofia di vita”. L’emergenza sanitaria ha obbligato molti a lavorare da casa con PC e tablet, gestendo così anche le riunioni in chat e conference call, oltre che la normale routine familiare. Secondo gli psicoterapeuti ci sono comunque conseguenze su questa tipologia di lavoro, legate alla presenza dei figli. Per questo si suggerisce di programmare al meglio le attività da eseguire durante la giornata, cercando di alternare i tempi dello smart working con quelli della cura dei figli e della casa.
Solitamente i bambini sono abituati ad avere degli insegnanti oppure i genitori che indicano loro quello che devono fare, attualmente invece si trovano da soli e questo potrebbe generare delle confusioni in quanto non sono preparati a programmare le loro attività in autonomia.
Che cosa fare con i bambini secondo la loro età
Chi ha bambini piccoli, di una età fino a 2 anni, può organizzare il proprio lavoro tenendo conto dei loro ritmi, che sono normalmente più regolari sia per quanto riguarda il dormire che il mangiare. La fascia di età successiva, quella che comprende i bambini tra i 3 ed i 7 anni è la più difficile per quanto riguarda la gestione. Per questo una buona idea è quella di costruire un “planning” della giornata, insieme a loro coinvolgendoli il più possibile nelle scelte. Partendo da un cartellone si possono scrivere gli impegni nelle varie ore della giornata e farlo diventare un gioco. Con i bambini più grandicelli e con gli adolescenti la scelta migliore è quella di parlare e spiegare la situazione chiedendo il loro aiuto e facendoli sentire veramente importanti nella gestione giornaliera della famiglia.