Buone notizie sul fronte della medicina rigenerativa e cellulare. Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Stem Cell Research & Therapy, ha messo in luce una nuova tecnica di prelevamento del liquido amniotico durante il taglio cesareo, totalmente sicura sia per la madre che per il nascituro. La scoperta è merito degli scienziati svedesi della Lund University e apre nuovi spiragli di luce per quanto riguarda il trattamento di alcune malattie infiammatorie e autoimmuni. Analizziamo nel dettaglio ogni aspetto di questa importante ricerca.
Perché il liquido amniotico è prezioso anche dopo la nascita
Il liquido amniotico è il contenuto della sacca amniotica nella quale cresce e si sviluppa il futuro nascituro. Esso è ricchissimo di cellule staminali che potrebbero essere utilizzate per curare diverse patologie neurologiche e cardiovascolari. In particolare, queste cellule vengono definite mesenchimali e vengono impiegate da diversi anni per trattare le malattie a carico delle ossa e della cartilagine, in virtù del loro potere rigenerante.
Fino ad ora l’utilizzo in campo medico delle cellule staminali mesenchimali è stato limitato dalla difficoltà a prelevare il liquido amniotico al momento del parto, ed è qui che entra in gioco il nuovo dispositivo messo a punto dai ricercatori della Lund University in Svezia. Grazie a esso, è possibile aspirare fino a un litro di liquido amniotico durante il taglio cesareo, senza causare problemi alla partoriente e al neonato. Questa operazione viene effettuata in pochi minuti e permette di conservare in modo sterile il liquido amniotico, così da poterlo utilizzare a scopi terapeutici in un secondo momento.
Come viene utilizzato il liquido amniotico
Se prelevato e conservato correttamente, dal liquido amniotico è possibile estrarre una grande quantità di cellule staminali mesenchimali. Data la loro pluripotenzialità, tali cellule vengono utilizzate da diverso tempo per il trattamento di malattie ossee e cartilaginee. Le cellule mesenchimali possiedono un’incredibile capacità di auto-rinnovarsi e differenziarsi in cellule specifiche, tant’è che sarebbero in grado, secondo i recenti studi, di ricreare qualsiasi tipo di tessuto.
Fino ad oggi le cellule staminali mesenchimali sono state impiegate solamente per produrre cellule adipose, cartilaginee e ossee, ma i ricercatori sono positivi a riguardo. Grazie alle nuove tecniche di prelevamento e potendo accedere a una ingente quantità di liquido amniotico, è possibile approfondire gli studi a favore della pluripotenzialità delle cellule.