È vera la convinzione che i neonati, nei primissimi mesi di vita, vivano in una sorta di simbiosi con il corpo materno?
Quando iniziano a percepire il loro sé corporeo e come distinguono i confini del loro corpo?
Ecco, nei prossimi paragrafi, citando alcuni studi effettuati su questo tema, spiegheremo come si evolve la percezione del proprio corpo nel bambino, il modo in cui i lattanti si rapportano con la scoperta del sé corporeo e come questa consapevolezza può incidere sullo sviluppo del sé psicologico.
La nascita e l’evolversi del sé corporeo nel neonato
Con l’espressione sé corporeo si intende la consapevolezza del proprio corpo dovuta ad uno stato di coscienza e percezione dei movimenti e meccanismi corporei.
Secondo gli esperti, la completa consapevolezza corporea prevede:
- l‘interocezione, quindi la percezione delle informazioni e processi che regolano il nostro organismo;
- l’esterocezione, percezione a stimoli esterni al nostro corpo e, infine, lo schema corporeo, ossia la coordinazione tra movimento e ambiente esterno.
Più dettagliatamente, con schema corporeo, si definisce la rappresentazione mentale del corpo, essenziale per permettere la localizzazione, il riconoscimento degli stimoli e la consapevolezza della posizione del corpo nello spazio.
Alcune forme primitive di consapevolezza del sé appaiono già negli ultimi mesi di vita del feto prima della nascita.
Per la concreta formazione e sviluppo del sé corporeo è importante porre attenzione al rapporto tra neonato e corpo materno.
È proprio nei primi mesi di vita del bambino che esso inizia a percepire i confini del proprio corpo e a realizzare un primo schema corporeo di tipo inconscio.
Con il passare del tempo, il bambino, comincia a definire il proprio corpo come entità individuale, ben distinta dalla sua figura di riferimento.
Inizialmente, infatti, il neonato, si sentirà molto attaccato al corpo materno, in quanto, viene percepito come figura necessaria per il soddisfacimento dei bisogni primari.
Questa prima tappa di sviluppo, che va da zero a tre mesi, viene nominata “Corpo subito“, e coincide con il periodo in cui la motricità del bambino è strettamente collegata alla madre.
Dai 3 mesi ai 3 anni, invece, si parla di “Corpo vissuto“; il bambino, in questa fase, inizia una vera e propria esplorazione del corpo che comincia ad essere percepito come entità distinta e separata dalla madre o dalla sua figura di riferimento. Con la terza e quarta fase, il bambino, completerà lo sviluppo del sé corporeo, arrivando a percepire il proprio corpo tridimensionalmente nello spazio.
I confini del corpo nel neonato: come il bambino percepisce il proprio corpo nello spazio
Come abbiamo già anticipato, alcuni studi scientifici, hanno dimostrato che, seppur in forma rudimentale, anche i neonati sono in grado di percepire il proprio sé corporeo.
A tal proposito, Philippe Rochat e Rachel Morgan, nel 1995, attraverso un esperimento riuscirono a spiegare la scoperta del sé corporeo da parte del bambino.
In particolare, i due ricercatori, si occuparono di registrare i tempi di attenzione con cui i bambini osservavano determinate immagini.
Nel momento in cui i bambini percepivano una certa incongruenza tra immagine e movimento del proprio corpo, essi, apparivano più concentrati e interessati.
Se gli stimoli visivi, in questo caso le immagini, non erano sintonizzati con le informazioni proprio-ricettive, i movimenti del proprio corpo, i bambini, reagivano con più attenzione mettendo in atto una sorta di schema corporeo.
Attraverso l’integrazione Multi-sensoriale, il bambino, riesce, quindi a generare una rappresentazione del corpo, distinguendo la propria identità dal resto del mondo.
Il bambino, dal punto di vista pratico, inizia a creare e a scoprire il proprio sé corporeo, attraverso l’esplorazione degli spazi in cui vive.
Toccando il proprio corpo e quello di chi lo circonda, scoprendo quello che è il suo piccolo mondo esterno, va a porre le basi per la formazione del proprio sé, dello schema corporeo, della sua emotività e personalità.
Attraverso la scoperta e l’esplorazione del corpo della madre, essa, inizia ad essere percepita come entità esterna. Il bambino comincia quindi a capire quali sono i confini del proprio corpo nello spazio. In questa fase di sviluppo è importante che il bambino si senta libero di esplorare, toccare e muoversi nell’ambiente esterno. Solo così potrà capire dove finisce il proprio corpo e dove inizia il mondo che lo circonda.