Se il padre fuma durante la gravidanza i figli hanno maggiori probabilità di avere l’asma. L’allarme è stato lanciato da alcuni studiosi di Taiwan che hanno condotto una ricerca sul DNA di 765 bambini.
I risultati hanno così accertato che, tanto quanto il fumo materno durante la gestazione, il fumo passivo prodotto dai padri in gravidanza e nei successivi anni di vita espone i nascituri a una probabilità maggiore di insorgenza di asma in età adolescenziale e adulta.
Lo studio scientifico: il 31% dei figli esposti al fumo passivo ha l’asma
Lo studio, condotto dagli scienziati del “National Defense Medical Center” di Taipei, ha preso in esame oltre 700 bambini, seguiti dalla nascita sino ai 6 anni di età e una serie di questionari.
I dati hanno rilevato che oltre il 30% dei piccoli che sono stati esposti al fumo paterno hanno sviluppato asma, salito a oltre il 35% nel caso di padri fumatori accaniti.
Nei bambini di padri non fumatori, invece, la percentuale di casi di asma sviluppatasi scendeva invece al 23%, avvalorando così la tesi sulla relazione tra fumo passivo e insorgenza di asma nei bambini.
L’analisi del DNA conferma: i figli di padri fumatori hanno il doppio di possibilità di sviluppare asma
Coordinati dal professor Kuender D. Yang, docente presso l’Istituto di Microbiologia e Immunologia, gli studiosi hanno inoltre voluto analizzare il DNA del cordone ombelicale degli oltre 700 casi, individuando una metilazione superiore nei bambini esposti al fumo passivo del padre.
I bambini con i livelli maggiori hanno avuto, come conseguenza, una probabilità doppia di sviluppare l’asma entro i 6 anni di età, rispetto ad altri bambini.
Non un’asma allergica, ma l’asma da esposizione al tabacco che, secondo i ricercato, è fondamentale abolire sin dai primi giorni di gravidanza sia da parte della madre che del padre.