Sempre più donne al giorno d’oggi non riescono ad avere figli e si rivolgono quindi a cure specifiche per provare ad avere un bambino. Molte di esse però si domandano se l’utilizzo di farmaci possa aumentare il rischio di ammalarsi di tumore.
Infertilità nelle donne e tumore: può esserci un collegamento?
Negli ultimi tempi stanno aumentando sempre di più le donne che non riescono ad avere un bambino a causa dell’infertilità o perché l’età in cui si decide di procreare è troppo avanzata. Le stime dell’Istituto superiore di Sanità infatti hanno portato alla luce che almeno il quindici percento delle donne italiane non riesce ad avere un figlio. Sembra inoltre che nelle coppie che cercano un aiuto per diventare genitori, il trentasette percento dell’infertilità sia dovuta alla donna. Si tratta di dati senza dubbio allarmanti che portano spesso molte donne a prendere dei farmaci o avviare delle cure mediche per cercare di restare incinta. Alcune di esse però si chiedono se in realtà tali cure non possano aumentare il rischio di malattie tumorali.
Cure per l’infertilità e tumore: la parola agli esperti
Tra i farmaci maggiormente adoperati per curare l’infertilità c’è sicuramente il clomifene citrato che favorisce l’ovulazione e cura la sindrome dell’ovaio policistico. Sia questo che gli altri farmaci assunti tendono a modificare i livelli ormonali delle donne quasi dieci volte di più rispetto a quelli che si possono raggiungere con il ciclo mestruale. Per tale ragione in molti hanno pensato che tali trattamenti potessero aumentare sensibilmente il rischio di ammalarsi di tumore all’utero, alle ovaie oppure al seno dal momento che si tratta di parti del corpo influenzate dagli ormoni femminili.
Tuttavia recenti studi hanno dimostrato che non dovrebbe esserci alcun nesso tra i trattamenti di infertilità e i tumori. Sandro Pignata, direttore dell’Oncologia medica uro-ginecologica dell’Istituto tumori di Napoli ha spiegato che in generale le donne che non riescono a concepire sono più a rischio di contrarre tumori femminili indipendentemente dalle cure. Ciò deriva dal fatto che i loro livelli ormonali sono già alterati dall’inizio. Tuttavia, nel caso delle cure per restare incinta, Pignata ha sottolineato che non si è verificato alcun aumento di rischio. L’unico che potrebbe verificarsi invece è il tumore ovarico borderline che però non è molto aggressivo e può essere curato nella totalità dei casi. Questa malattia però è molto rare e sono pochissime le donne che si ammalano. In ogni caso sembra che il novantacinque percento delle donne malate abbia avuto risultati positivi. Prima di sottoporre le donne a qualsiasi cura per trattare l’infertilità è comunque bene avvisarle di questa possibilità.