A Palermo una donna di 31 anni scopre di avere la leucemia al sesto mese di gravidanza. Decisa a non perdere il suo bambino si sottopone a cure sperimentali. Entrambi sono salvi.
Marzia compie un atto d’amore, porta avanti la sua gravidanza anche se malata
Marzia Mocera, giovane siciliana di 31 anni, è in dolce attesa di un bimbo quando scopre ecchimosi e micro emorragie diffuse sugli arti inferiori. Preoccupata si reca al Policlinico Universitario Giaccone di Palermo ma la triste diagnosi non lascia dubbi: leucemia in stadio avanzato.
Questo grave tumore del sangue si può combattere con dosi massicce di chemioterapia ma, in una donna al sesto mese di gravidanza, si rivela letale per il feto. Marzia però non vuole perdere il bambino che porta in grembo e così, con amore e coraggio, rifiuta le cure tradizionali.
Su tali basi il ginecologo Renato Venezia, in accordo con l’equipe oncologica del policlinico, opta per la terapia sperimentale “Chemio-free” cioè una terapia priva di triossido di arsenico, molecola che produce sostanze tossiche potenzialmente nocive per l’organismo.
Il piccolo Andrea nasce con parto cesareo senza complicazioni
Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo, elogia l’equipe medica del policlinico come punto di eccellenza nelle cure oncologiche.
Marzia infatti rappresenta il primo caso in Italia di donna in gravidanza curata con monoterapia chemio free e i risultati sono stati ottimi. La giovane donna ha risposto benissimo alle cure riuscendo a portare avanti la gravidanza fino alla 34esima settimana, al termine della quale è stato praticato un parto cesareo.
Così il 23 Aprile scorso è venuto alla luce Andrea, un tenero bimbo di 2,310 kg in ottime condizioni di salute. La gioia di mamma Marzia e papà Emanuele è immensa così come il sollievo di tutto lo staff medico. Il caso di questa donna infatti apre una nuova possibile strada per la cura dei tumori in ambito ematologico, regalando nuova fiducia e speranza alla ricerca scientifica sperimentale.