L’emergenza Coronavirus e la necessità di restare a casa con i figli ha fatto tornare d’attualità la questione dei costi degli asili nido: data la mancanza di posti in quelli pubblici molte famiglie hanno iscritto i bimbi in strutture private ma con la chiusura delle scuole per decreto si pone il problema delle rette pagate senza aver potuto usufruire del servizio.
Chi paga la retta dei nidi privati?
Chi rimborserà la retta degli asili nido privati ora che gli istituti scolastici di ogni grado sono stati chiusi e tanti genitori sono costretti a rimanere a casa con i propri figli? Negli ultimi giorni la questione è stata sollevata da diversi mezzi di informazione e pure da Altroconsumo: infatti le famiglie sono costrette a sostenere costi non indifferenti e in molti hanno già pagato la retta senza tuttavia poter usufruire di fatto del servizio. Mentre per i nidi pubblici è già arrivata l’assicurazione da parte di diverse amministrazioni comunali a proposito dell’annullamento del versamento delle rette, nel settore privato ogni istituto ha scelto di seguire una propria linea e a livello nazionale manca una risposta univoca.
Il parere di Altroconsumo e Codacons
Al quesito ha provato a rispondere Ivano Daelli, coordinatore dell’area economico-giuridica di Altroconsumo: “In queste situazioni bisogna controllare il contratto firmato al momento dell’iscrizione e vedere se sono presenti delle clausole che parlano del pagamento della retta anche in caso di chiusura dei nidi a causa di eventi esterni”. Laddove non esistano clausole specifiche le famiglie possono allora far valere i propri diritti e chiedere un rimborso: la richiesta va fatta via PEC o raccomandata, allegando tutti i documenti che provino la ricezione del pagamento. Sempre secondo gli esperti di Altroconsumo in questo caso l’asilo nido privato dovrebbe rimborsare la quota di servizio non prestato oppure alternativamente scalarlo dalle mensilità successive. Più categorica la risposta del Codacons in materia: l’associazione per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori ha spiegato che il rimborso di asili e mense “dovrebbe valere per tutte le strutture scolastiche, siano esse comunali, in concessione o private” al fine di non creare disparità di trattamento tra i cittadini.