L’emergenza Coronavirus riguarda ormai a tutti gli effetti gran parte dell’Italia. Ecco qualche informazione relativa alla pericolosità nei bambini.
Un’emergenza mondiale che sembra non toccare i piccoli
I casi di Coronavirus stanno aumentando anche in Italia dove il panico inizia a diventare un elemento di non poco conto. Grande attenzione soprattutto per la popolazione pediatrica, considerata a rischio vista la gravità dell’infezione virale. I casi che hanno coinvolto i bambini a livello mondiale sono pochissimi e fortunatamente ad oggi non si parla di decessi. Un fenomeno che però ancora non ha trovato una risposta certa in merito al rischio per i bambini di essere contagiati da Coronavirus. Stando a quanto riportato dal Chinese Journal of Epidemiology, sembra che il tasso di letalità sia proporzionale all’età. Il che vuol dire che con l’aumentare degli anni si ha più probabilità di essere contagiati e di morire di conseguenza. Una percentuale che si attesta allo 0,2% sotto i venti anni e che si mantiene stabile fino ai 39 anni.
Anche la Sars, della stessa famiglia di Coronavirus, colpì in misura inferiore i bambini e comunque anche quelli infettati presentavano sintomi di Sars più lievi rispetto agli adulti. Idem per l’epidemia di Mers nel 2016. La ragione di questa inferiore incidenza non è nota.
Un’incognita anche per il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus dell’Oms: “Vediamo relativamente pochi casi tra i bambini. Sono necessari ulteriori ricerche per capire perché”.
I consigli degli esperti per i bambini
Da parte dei genitori è importante che monitorino con grande attenzione le condizioni di salute e d’igiene dei propri bambini per evitare che possano avere danni o conseguenze importanti sulla salute. Come riportato di recente dall’Istituto Superiore della Sanità in Italia la cosa migliore da fare è attenersi alle linee guida del Ministero della Salute. Il che vuol dire che è meglio non procedere con mosse avventate come terapia fai da te o, ancora peggio, somministrazione di antibiotici e antivirali senza motivo. La prevenzione in tal senso è inutile e anzi può esporre a potenziali effetti collaterali dei farmaci. Il tutto ricordando di affidarsi sempre al proprio pediatra per qualsiasi chiarimento.