Con il rientro a scuola in tempo di Covid, molte famiglie si stanno interrogando circa la procedura da seguire qualora il bimbo manifesti sintomi influenzali o rimanga a casa per più giorni.
Serve il certificato medico, e come va redatto? Cosa cambia rispetto a prima, e ci sono differenze a seconda della Regione?
È quello di cui ci occuperemo in questo articolo.
Certificato medico e Covid: cosa cambia
La prima cosa da chiarire, punto sul quale sembra esserci confusione, è che una cosa è tenere il bambino a casa perché sta male, altra cosa è tenerlo a casa come misura precauzionale per evitare che si ammali o per altri motivi.
A chiarire il dubbio ha pensato il dottor Di Mauro, presidente SIPPS (Soc. It. Pediatria Preventiva e Sociale).
Com’è noto, dice, il certificato medico non serve più per legge quando l’assenza del bimbo supera i 3 giorni. In questo caso il pediatra dovrà attestare che il bimbo non è affetto da Covid.
Se il bambino manifesta sintomi diversi da quelli del Covid (come potrebbe essere una gastroenterite) la procedura resta invariata.
Se ci sono invece sintomi compatibili (febbre, raffreddore, tosse) il pediatra avvierà un percorso di analisi con tampone.
Sono sufficienti due giorni per la risposta, tempo in cui il bimbo dovrà restare a casa.
All’esito dell’esame, se il tampone dà valore negativo e il bambino sta bene, il medico rilascerà un certificato con la dicitura ‘No Covid’.
Al contrario, se il tampone risulta positivo, prenderà il via la quarantena con tracciamento degli ultimi contatti.
Certificato medico e Covid: un protocollo per ogni Regione
Il punto chiave risulta la situazione che vede un bambino assente per più di tre o cinque giorni (quindi che prima necessitava di un certificato) ma non affetto da Covid.
Ogni Regione in questo caso sta adottando un protocollo diverso.
L’Emilia Romagna, posto il tampone negativo, permette al bimbo di rientrare senza certificato semplicemente motivando l’assenza per iscritto.
Molti presidi stanno chiedendo il ritorno al certificato medico dopo i 3 giorni per una maggiore sicurezza degli istituti, ma al momento non sembra esserci questa direttiva.
Quindi, ad oggi, solo i bambini positivi al tampone devono essere seguiti dalla Asl e poi certificati guariti dal pediatra.
Ecco perché ogni amministrazione decide per sé negli altri casi.
Ad esempio in Liguria, così come in Veneto e Piemonte, la scuola può chiedere il tampone se il bambino è stato assente per altri motivi e i genitori hanno fornito solo un’autocertificazione.
Nel Lazio serve il certificato dopo 5 giorni a prescindere dal motivo dell’assenza, mentre in Sicilia l’obbligo scatta soltanto dopo 10 giorni.