È conosciuta come Kangaroo Mother Care, e si traduce in ‘canguroterapia’. Si tratta di una tecnica applicata ai neonati prematuri che si dimostra, dati alla mano, realmente efficace per il loro sviluppo.
Canguroterapia: il beneficio del contatto umano
Che il contatto umano sia qualcosa di fondamentale per l’essere umano è un dato di fatto, ma che sia essenziale per i bambini nati prematuri, è un’evidenza acquisita dalla scienza già da tempo. La tecnica di mettere il neonato a contatto con la pelle del genitore può fare la differenza tra uno sviluppo difficile ed una piena ripresa.
Non solo, questa tecnica sembra correlata positivamente ad una minore permanenza in ospedale dopo il parto e al minor rischio di sviluppare infezioni.
Senza considerare che sembra realmente in grado di ridurre il tasso di mortalità per problemi di sottopeso alla nascita.
Tutto, semplicemente si fa per dire, grazie al contatto che il bambino sperimenta quando viene messo addosso letteralmente alla madre.
Canguroterapia: tutti i vantaggi
Sembrerebbe scontato che il contatto con la madre, per un bambino appena nato, sia positivo, ma forse non se ne comprende pienamente il valore.
La scienza dimostra infatti come molti parametri vitali del piccolo ne beneficino, a cominciare dalla sincronizzazione del ciclo del sonno e della veglia, fino ad arrivare ai benefici sul cuore.
La temperatura corporea si setta e si stabilizza su valori fisiologici ottimali, e il battito cardiaco, compreso il ritmo del respiro, si normalizzano.
Ma i benefici non sono solo appannaggio dei bimbi, per quanto importanti.
Le mamme affermano di beneficiare grandemente di questa pratica, e che il contatto stretto con il piccolo stimola in loro un attaccamento profondo.
Prima della fine degli anni ’90 in Colombia si volle sperimentare la canguroterapia come alternativa alle pratiche di assistenza neonatale nei reparti di terapia intensiva. Applicata ai bambini prematuri con problemi di sottopeso, si è dimostrata da subito una tecnica capace di andare oltre le più rosee aspettative.
Promotrice della tecnica la pediatra Nathalie Charpak, di Bogotà, che ha studiato i benefici del contatto soprattutto durante la delicata fase dell’allattamento.
La tecnica ha ricevuto il plauso dell’OMS, che ne suggerisce l’applicazione.
Il motivo è abbastanza intuitivo, al di là delle evidenze scientifiche.
Un bambino nato prematuro si trova catapultato all’interno di un reparto di terapia intensiva, debole, sottopeso e stressato, in un ambiente rumoroso e fonte di ansia. Potendo dormire meglio e con la sincronizzazione della funzioni corporee, è evidente come il piccolo possa cominciare con la sua sfida con la vita nel modo migliore.
Gli effetti di questa pratica sembrano infatti protrarsi nel tempo: dai test emersi su ragazzi di circa 20 anni che avevano affrontato la nascita con il contatto pelle a pelle con mamma e papà (si lo possono fare anche i papà) è emerso che hanno avuto il 61% in meno di probabilità di morire durante l’infanzia rispetto ai coetanei che non avevano ricevuto questo tipo di attaccamento, inoltre erano stati allattati più a lungo e avevano avuto meno infezioni. Inoltre sembra che i bambini che ne hanno beneficiato della canguro-terapia sviluppino un encefalo più grande con quoziente intellettivo leggermente più alto della media.