Spesso, nel linguaggio comune, sentiamo parlare di persone nate con la camicia, alludendo alle origini benestanti della famiglia. La tradizione vuole, infatti, che questo modo di dire, la cui genesi è molto antica, risalga al momento del battesimo quando le famiglie abbienti facevano preparare per l’occasione un’apposita camicia da far indossare al bimbo, come segno di buon auspicio.
In realtà, l’etimologia di questa frase è ben diversa e fa riferimento ad un evento abbastanza raro che avviene in sala parto.
Nato con la camicia: il vero significato di questo modo di dire
Nascere con la camicia non significa solo appartenere ad una famiglia molto agiata ma in sala parto ha un’accezione del tutto diversa e sta ad indicare un evento molto raro. Quando un bambino viene alla luce solitamente è ricoperto di sangue, muco o altri liquidi, ma uno su 80mila può nascere con le membrane amniotiche integre, ossia quello strato biancastro (da qui il termine camicia) che ricopre l’epidermide dei neonati e ha lo scopo di proteggere il feto. Come già anticipato si tratta di un caso davvero remoto, ecco perché l’espressione viene usata, nel linguaggio comune, per indicare persone particolarmente fortunate.
I vantaggi di nascere con la camicia
Nascere con la camicia non è solo un caso raro ma un avvenimento del tutto eccezionale che rende il parto meno traumatizzante sia per la mamma che per il nascituro.
I bambini che nascono avvolti ancora nella membrana amniotica non si rendono neanche conto della nascita, infatti il liquido presente nella sacca funge da cuscinetto attutendo così l’urto che la testa del bimbo può subire quando spinge contro il collo dell’utero per venire al mondo. Questo impatto con la vita, meno traumatizzante, permette a questi bambini di avere con maggiore serenità, dormire tranquillamente e crescere meglio. Inoltre, alcuni studi dimostrano, che i bimbi nati con la camicia hanno anche una capacità di apprendimento e una vivacità intellettuale migliore.