Credete nella rinascita? A volte è possibile come nel caso di due bimbe rinate dopo l’intervento chirurgico che le ha divise essendo nate siamesi. Cremona si stringe attorno alla famiglia così tutta l’Italia per questa fiaba a lieto fine.
Unite all’altezza dell’addome dalla nascita: il caso delle sorelline siamesi
Nascono nel 2017, in agosto, e il loro addome le unisce all’altezza dei piccoli fegati, uno dei rari casi di ‘siamesismo’ effettivo, cioè che prevede l’unione organica di una coppia di gemellini omozigoti.
Elisabetta ed Evelina saranno ugualmente unite nella vita, non è di certo la chirurgia che le ha disunite a livello organico che comprometterà quel sottile legame che accomuna i gemelli, misteriosa forma di telepatia e di empatia al massimo esponente, ma ora saranno libere di vivere e trovare ognuna la propria strada.
Torniamo al 2017: è dicembre, anzi, il 25 dicembre, il giorno di Natale, della speranza, della gioia famigliare ma Federico e Claudia non festeggiano: le bimbe sono sofferenti, la disperazione coglie e spaventa anche una coppia sempre salda e compatta anche durante le fasi in cui hanno appreso la notizia che le gemelline sarebbero state siamesi.
Le bambine piangevano a dirotto per le colichine gassose tipiche dell’età (Evelina ed Elisabetta erano al quarto mese di vita), ma, per la loro condizione fisica, non potevano essere cullate a pancia in giù massaggiando l’addome dolente. Il dolore delle piccole portò inevitabilmente anche alla crisi dei genitori, da sempre profondamente devoti, che non riuscivano più a sopportare di vedere soffrire le piccole. Non a caso siamo al reparto di Neonatologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dicono che il ‘Papa buono’ ci senta ancora bene: tanto da dare la forza ai genitori per la decisione assoluta: l’intervento.
Il coraggio di puntare al 50% di sopravvivenza
Quel giorno di Natale cambiò le vite di quattro anime coraggiose, soprattutto due, le più piccole, ma furono i genitori a puntare tutto sul 50% di probabilità di riuscita dell’intervento di divisione, i medici furono chiari.
Ecco così che il 31 gennaio si compie il miracolo: il delicatissimo intervento avviene in maniera prefetta, ma c’è bisogno di qualche tempo prima di dichiarare le piccole fuori pericolo.
Sono trascorsi alcuni mesi e le bimbe incontrano i medici unicamente per controlli: il miracolo è avvenuto, per chi crede in Papa Giovanni XXIII, comunque miracolo in ogni caso per chi crede nella medicina e nel valore assoluto dei medici italiani, preparati e apprezzati in tutto il mondo. Nel nostro caso il professor Maurizio Cheli ed il suo staff.
Un intervento raro e delicato
L’intervento che ha coinvolta Elisabetta e Evelina è delicatissimo: in Italia è il terzo e solamente negli ultimi anni il nostro Paese si è affancato ai centri specializzati a New York e Londra in questo tipo delicato d’interventi che si contano sulla punta delle mani, 7-8 casi al mondo all’anno.
Lo staff del professor Cheli è stato encomiabile: dopo la fase chirurgica è iniziata la terapia intensiva, ma quattro giorni dopo l’interento le bambine, alimentate via intravenosa tramite flebo, annunciano al mondo di avere fame, di essere vitali e pronte per la loro nuova vita.
Le gemelline ora sono all’inizio di una nuova vita e la notizia ha avuto echi in tutto il mondo dedicato alla chirurgia pediatrica internazionale, una nuova coppia di fiocchi rosa augurando a questa famiglia una vita armoniosa e serena, nonostante le difficoltà ovvie in questa fase transitoria.