In piena emergenza sanitaria Covid-19, il 17 Aprile scorso, un feto di 28 settimane (35 cm di lunghezza per 1,2 kg) è stato operato nell’utero materno all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma poiché affetto da una forma grave di ernia diaframmatica.
Come si è svolta l’operazione: tutti i dettagli
Grazie a un’innovativa tecnica endoscopica mininvasiva che consente di operare il feto ancora all’interno dell’utero, l’operazione si è svolta in circa 45 minuti senza che siano sopraggiunte complicanze. Grazie a tale intervento, infatti, è stato posizionato all’interno della trachea del feto un palloncino. Quest’ultimo risultava essenziale poiché il piccolo, affetto da ernia diaframmatica, potesse crescere e sviluppare correttamente i polmoni. Questa condizione, infatti, risulta piuttosto rara e in Italia colpisce circa 160 bambini all’anno. L’operazione, come accennato, si è conclusa con successo e l’ecografia effettuata dopo 10 giorni ha rilevato un adeguato aumento del volume dei polmoni, essenziale per garantire la sopravvivenza del feto all’interno dell’utero materno. Il rischio di mortalità connesso a questa patologia sfiora infatti il 90%.
Per ciò che concerne l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma questa è stata la prima operazione del genere. L’intervento è stato infatti possibile grazie alla collaborazione dell’Ospedale Policlinico di Milano (Clinica Mangiagalli) e dell’Ospedale San Pietro-Fatebenefratelli di Roma.
Come previsto dai protocolli di sicurezza per l’emergenza sanitaria Covid-19, sia la mamma che il personale sanitario sono stati sottoposti a tutte le procedure necessarie.
Cos’è l’ernia diaframmatica
L’ernia diaframmatica, patologia di cui è affetto il feto recentemente operato, è in sintesi un’anomalia del diaframma il quale causa lo spostamento verso l’alto dello stomaco, dell’intestino, della milza e del fegato. La risalita di questi organi comprime i polmoni i quali non si sviluppano correttamente. Tale condizione provoca inoltre un sensibile aumento della pressione nell’area polmonare. L’inserimento del palloncino infatti impedisce la fuoriuscita del liquido naturalmente presente nei polmoni, essenziale per mantenerli in espansione.