Babbo Natale non esiste: quel doloroso momento

“Era notte, avevo sete, mi sono alzata e ho trovato il nonno che incartava i regali in cucina. Ho richiuso la porta in velocità, come se quel gesto potesse cancellare ciò che avevo visto. In quell’istante avevo compreso che Babbo Natale non esisteva. Ma in quell’istante, ho iniziato anche a capire quale fosse davvero la magia del Natale.”

Questo momento, sebbene doloroso, è una delle tappe naturali della crescita di ogni bambino. L’età in cui i bambini smettono di credere in Babbo Natale può variare, ma in generale cominciano a metterlo in dubbio tra i 6 e gli 8 anni.

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Questo può dipendere da diversi fattori: dal confronto con i compagni, dal progredire del ragionamento logico, che li porta a porsi sempre più domande, e più in generale dall’approdo nel mondo dei grandi. Insomma: abbiamo i Natali contati!

O forse no. In noi genitori infatti questa consapevolezza potrebbe generare tristezza e passività o, al contrario, stimolare fantasia e senso di responsabilità. Vediamo come…

Da magia a logica, da logica a tradizione: la nuova missione dei genitori

Se Babbo Natale non esiste, esiste comunque la sua magia. D’altronde qualcuno dovrà pur salvare lo spirito del Natale! Ecco dunque che questo senso di responsabilità ci porta a incarnare noi stessi questa magia e a lavorare sul creare e tramandare un senso di tradizione.

Per i bambini ciò che conta di più infatti è sentirsi parte di qualcosa di speciale. Se prima credevano nella magia, ora ne diventano parte attiva. Sta a noi coinvolgerli su più fronti: pratici ed emotivi. La nostra nuova missione diventa quella di trasmettere il vero spirito del Natale, che non riguarda solo i regali, Babbo e le renne, ma l’amore, la generosità e il calore che condividiamo con gli altri in questo specifico momento dell’anno.

Questo può avvenire tramandando e avvalorando i gesti della tradizione, coinvolgendo i nostri bambini in un’esperienza che va oltre la materialità del Natale. Creare vere e proprie tradizioni di famiglia. Gesti come fare l’albero, personalizzare qualche pallina o raccogliere insieme il muschio per il presepe. E ancora: raccontare di Babbo Natale a un fratello minore, a una cuginetta o a un vicino di casa. Per poi andare oltre, e accompagnare i nostri figli in profondità, verso quello che dovrebbe essere il vero spirito del Natale, verso gesti di generosità.

Trasmettere il vero spirito del Natale

Spiegare, anzi far vedere, cosa significa quel “a Natale siamo tutti più buoni”. Essendo noi stessi testimoni attivi di quella generosità, prendendoci la briga di fare quel gesto in più, quel gesto che nella frenesia di tutti i giorni saremmo portati a rimandare.

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Gesti di generosità rivolti a chi è meno fortunato di noi, un regalo a chi non se lo aspetta, o anche solo un sorriso o un posto a tavola a chi sta attraversando un momento difficile. Il Natale ci ricorda che la gentilezza, la generosità e l’amore non sono solo parole, ma atti concreti che ci riguardano in prima persona.

Babbo Natale: portavoce di un momento di valore

Babbo Natale insegna che la magia sta proprio nelle piccole cose. Quel momento in cui la famiglia si riunisce attorno all’albero diventa un’occasione per fermarsi e per apprezzare quello che abbiamo. Il vero regalo sta in quel tempo e in quell’affetto che ci concediamo e che, allo stesso tempo, doniamo agli altri.

Un momento di valore che ci nutre. Un momento che possiamo replicare e arricchire ogni anno con nuove sfumature. Ecco dunque che, anche quando i bambini non credono più in Babbo Natale, questa magia resta viva più che mai.
E… la magia continua!

Pare assurdo, ma a questo punto possiamo affermare che la vera magia sta proprio nella consapevolezza che Babbo Natale non esiste. La magia sta nel modo in cui decidiamo di vivere questo momento dell’anno.

Una Bionda e Una Penna