In Texas non sarà più possibile interrompere volontariamente la gravidanza dopo le prime sei settimane. Il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, infatti ha già firmato la nuova legge che regolamenta l’aborto. Il nuovo termine fissato dalla legge penalizza gravemente le donne che spesso dopo le prime sei settimane non sanno neanche di essere incinte.
La normativa sull’interruzione di gravidanza negli Stati Uniti d’America
Negli Stati Uniti l’aborto è legale dal 1973, quando la Corte Suprema si è espressa in seguito alla controversia Roe contro Wade, ma ogni stato ha una propria legge per regolamentarlo. Negli ultimi anni gli stati che sono governati da esponenti del partito repubblicano hanno approvato leggi sempre più restrittive. Tra questi Ohio, Louisiana, Georgia e Tennessee hanno approvato normative per vietare l’aborto nel momento in cui viene percepito il battito cardiaco del feto. Le leggi però sono state tutte rigettate dal tribunale, perché violano la giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che riconosce il diritto all’aborto tra le 22 e le 24 settimane. I repubblicani ci riprovano con il Texas, la nuova legge dello stato rinominata “Heartbeat bill” – legge del battito cardiaco – si basa sul presupposto che l’embrione dopo le prime sei settimane, abbia già il battito cardiaco. Medici e attivisti dei diritti delle donne contestano questo principio e affermano che a sei settimane non c’è muscolo cardiaco, per cui non si può parlare di battito.
La legge texana sull’aborto e i diritti delle donne
Dopo solo sei settimane di gravidanza molte donne non sanno neanche di essere incinta ed inoltre alcune gravi malformazioni dell’embrione non sono ancora riscontrabili. La normativa texana pertanto sta facendo molto discutere. La deputata democratica, Donna Howard annuncia battaglia e si prepara a portare la “Heartbeat bill” in tribunale prima di settembre, per vedere riconosciuti i diritti delle donne ed impedire alla legge di entrare in vigore. A sostenere la Howard ci sono diverse organizzazioni femministe e 200 medici che hanno scritto una lettera aperta di contestazione. Secondo la nuova normativa, infatti chiunque può denunciare un medico che pratica l’aborto dopo le sei settimane ed anche chiunque aiuti una donna ad ottenerne uno. La legge prevede poche eccezioni per ragioni sanitarie e queste non includono l’aborto e l’incesto. Si riapre dunque il rischio per le donne di ricorrere ad aborti clandestini, mentre il governatore Abbott annuncia sui media “Il nostro creatore ci ha donato il diritto alla vita e milioni di bambini perdono il loro ogni anno per l’interruzione di gravidanza”.