Un bambino può percepire gli stati d’animo di un adulto. Li vive di riflesso e li assorbe nella sua personalità. Il merito è dei neuroni specchio, delle cellule nervose che aiutano il neonato ad arrivare prontamente alle azioni e alle emozioni che compie il genitore.
I neuroni specchio sono il filo conduttore tra genitore e figlio e stabiliscono l’empatia fin dai primi istanti di vita del bambino. L’empatia, questa magica parola portatrice di emozioni e pathos, crea connessioni e legami forti, solidifica e mette le basi del rapporto familiare.
Che cosa sono i neuroni specchio
In termine scientifico i neuroni specchio sono una classe di neuroni che nascono quando un essere umano compie o osserva un’azione.
Le parole di Rizzolati nel suo saggio “So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio” spiegano meglio il concetto con queste parole:
«Il sistema dei neuroni specchio appare così decisivo per l’insorgere di quel terreno d’esperienza comune che è all’origine della nostra capacità di agire come soggetti non soltanto individuali ma anche e soprattutto sociali.».
Il ruolo dei neuroni specchio nella percezione delle emozioni dei neonati
Gli studi dicono che i neuroni che si attivano da chi esegue meccanicamente un gesto (o rilascia un’emozione) vengono trasmessi e attivati verso chi questo gesto lo riceve.
Questo significa che il neonato non soltanto è portato ad imitare un comportamento che vede fare, ma grazie all’empatia che si stabilisce nei rapporti, lo stimolo arriva anche con l’espressione dell’emozione. Il neonato stabilisce fin da subito una simbiosi affettiva con la mamma e con lei scambia attenzioni, comportamenti e stati d’animo emotivi che creano un circuito attivo di percezione e crescita.
I processi di imitazione scattano nel bambino se e quando si innescano questi meccanismi affettivi che creano un legame speciale, il legame tra genitori.
Mary Terry
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Daniele