In molti comuni d’Italia si è soliti piantare degli alberi in determinate giornate dedicate alla natura, coinvolgendo in queste operazioni soprattutto i bambini. I nostri nonni, secondo alcune usanze di alcune regioni, piantavano un albero quando veniva alla luce il primo figlio maschio. Ma in Bhutan hanno fatto molto di più. In occasione della nascita del primogenito della famiglia reale, gli abitanti del Paese hanno piantato ben 108 mila alberi.
Non si tratta solo di un gesto singolare e che può apparire anche bizzarro, ma di un modo per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, cosa per la quale il Bhutan ha mostrato sempre grande attenzione e interesse. Certo, in questo caso si tratta di una nascita speciale, dato che si tratta di colui che, in un futuro prossimo, potrà essere il sovrano del Paese. Ma se pensassimo a noi, al nostro piccolo, cosa abbiamo fatto al di là dei normali festeggiamenti con amici e parenti per imprimere nel tempo la nascita del nostro bambino?
Molte donne sono solite annotare tutto su un diario, altre realizzano qualche indumento o una copertina speciale. Ma da noi l’usanza di piantare una pianta, un simbolo della nuova vita che è arrivata, è andata perdendosi. Ha lasciato il posto a laconici post sui social. Cinguettii che sono soprattutto a uso delle starlette del nostro avanspettacolo. Eppure l’idea di piantare un albero non sarebbe male, e qualora non si avesse lo spazio per farlo si potrebbe optare almeno una pianta. Vederla crescere assieme al nostro bambino ci ricorderebbe ogni giorno di quale grande miracolo siamo state protagoniste.
Probabilmente, se vedessimo quanto accaduto in Bhutan non come un gesto plateale, ma davvero come un momento di riflessione collettiva, un momento in cui l’apporto di ciascuno può tornare utile per il nostro ambiente, potremmo comprendere l’entusiasmo di un popolo nel festeggiare il proprio futuro sovrano. Del resto, altrove, le nuove nascite dei principi sono state festeggiate con una produzione di merchandising che lascia il tempo che trova.
Perche’ no’, bella iniziativa
Sarebbe bellissimo