Una ricerca condotta su 92 diversi Paesi dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Plos, ha rivelato che il numero di giorni di degenza dopo il parto varia in maniera significativa da Paese a Paese. Ma quali sono le direttive dell’OMS in proposito? L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che per un parto naturale non gemellare la donna dovrebbe essere trattenuta in ospedale per 24 ore, mentre, in caso di cesareo, i giorni aumentano a tre. Vediamo nel dettaglio cosa accade in Italia e negli altri Paesi.
In linea generale negli ospedali delle nazioni in via di sviluppo la degenza dura meno di un giorno, in quanto non si dispone delle strutture necessarie per garantire alla mamma e al bambino la giusta assistenza. Il record in senso opposto, invece, si registra in Ucraina e in Moldavia, dove la neomamma viene trattenuta in ospedale dopo il parto per circa 6 giorni. La lunga degenza deriva da un vecchio retaggio culturale che accomuna tutti i Paesi che hanno fatto parte della cosiddetta orbita sovietica.
Gran Bretagna: si tenta di favorire il parto in casa
Il Regno Unito, invece, si attiene scrupolosamente alle direttive Oms e, in caso di parto naturale senza complicazioni, la mamma viene rilasciata entro un giorno e mezzo dopo la nascita del piccolo. Tuttavia, negli ultimi tempi, in Inghilterra si è assistito sempre più spesso al fenomeno delle dimissioni precoci e del parto in casa (richiesto da moltissime donne e per il quale lo Stato offre degli incentivi), grazie a un preciso programma di sviluppo sul territorio di servizi ostetrici e ginecologici ad hoc. Si ritiene, infatti, che partorire all’interno delle mura domestiche, qualora sussistano le condizioni adatte, oltre a consentire un notevole risparmio economico alla Sanità, rappresenta anche la soluzione ideale per le neomamme, in quanto si trovano in un luogo familiare e confortevole.
La situazione in Italia
In Italia, invece, la neomamma viene trattenuta in media 2 giorni dopo il parto naturale e 3 dopo quello cesareo. Diversamente da quanto accade in Gran Bretagna, è impensabile che nel nostro Paese si possa ricorrere alle dimissioni precoci o al parto in caso, in quanto non esiste una adeguata integrazione tra strutture sanitarie e servizi sul territorio.