Un genitore vuole sempre il meglio per i propri figli, o almeno in generale funziona così. Ma ci sono cose troppo grandi, perfino per quel supereroe che dovrebbe essere il papà, e la roccia che dovrebbe essere la mamma. Lo sanno bene i bambini che vivono costantemente in mezzo alle guerre. Conoscono lo sguardo impotente dei genitori che pur volendo proteggerli, troppo spesso, nulla possono. È uno sguardo colmo di mesta tristezza, quasi timoroso a voler sorreggere quello dei propri figli, come se avessero qualcosa da recriminarsi, e quel qualcosa è l’aver messo al mondo quelle creature che ora non possono proteggere.
E allora via, via su uno scafo, in cerca di salvezza, ma rischiando la vita. Cosa deve pensare un padre che a una morte certa sfugge con una morte probabile? Quando ti trovi con le spalle al muro e non hai altre opzioni che tentare la sorte tra i flutti? Tutto questo rimestamento di sentimenti viene espresso con colori vividi in una foto che sta facendo il giro del web. C’è un padre che non trattiene più le lacrime. C’è un figlio che tende la mano e lo accarezza, come per rassicurarlo. Son vivi, sono sopravvissuti. Giù la maschera, e il padre riesce, anche solo per un momento, a sentirsi semplicemente un uomo con le sue fragilità.
E il bambino? Che dire di quel cucciolo cresciuto troppo in fretta, che in un drammatico scambio di ruoli si sente in dovere di prendersi lui cura del padre? Quella foto ha fermato in un attimo eterno il fallimento della razza umana, perché le guerre non sono altro che quello, soprattutto quando coinvolgono i più piccoli, i nostri figli, la speranza. Eppure loro ci credono ancora in noi genitori, i nostri figli, nonostante tutto, continuano a vederci sempre come i loro eroi.