Iniziamo subito col dire che la scarlattina non è più una malattia temibile come lo era nel secolo scorso.
Oggigiorno grazie alle migliorate condizioni igieniche e all’avvento degli antibiotici, la scarlattina è una malattia che si può curare perfettamente, anche se, naturalmente, non va né trascurata né sottovalutata.
Vediamo insieme quali sono le cause principali, i sintomi e le cure.
Da cosa è causata la scarlattina
La scarlattina, conosciuta anche come seconda malattia o febbre scarlatta, è una malattia che provoca esantema e tra questa tipologia di malattie è l’unica causata da un batterio invece che da un virus, il batterio beta emolitico gruppo A del ceppo streptococco pyogenes.
L’età di maggior incidenza di questa patologia è tra i 4 e i 7 anni, età in cui il batterio si contrae facilmente nelle scuole e negli asili, infatti, il batterio è molto resistente e può permanere per diverso tempo sugli oggetti, per cui, come si evince, si tratta di un una malattia molto contagiosa.
Principali sintomi della scarlattina
Tra i principali sintomi della scarlattina si può riconoscere una patina bianca sulla lingua che permane un paio di giorni per lasciare poi il posto alla cosiddetta lingua a fragola, ovvero molto arrossata e con papille gonfie.
Nel collo si possono sentire alla palpazione dei linfonodi ingrossati. Dopo qualche giorno sopraggiunge la febbre, che però può anche non arrivare a manifestarsi in modo importante.
L’ultima fase è la comparsa dell’esantema, che però può anche non comparire, per circa 6 giorni. Le macchioline rosse, in rilievo, iniziano a comparire dal collo e poi sulle guance, rendendo il volto arrossato, infine su tutto il corpo.
Il periodo di incubazione può variare da uno a 5 giorni ed è questo il momento più contagioso della malattia.
Come si cura la scarlattina
Se non trattata, la scarlattina può portare a complicazioni come infiammazione del cuore o delle articolazioni, nonché a un aumento del rischio di sviluppare malattie come la glomerulonefrite o la cardite. Quindi, è bene trattarla tempestivamente. Il trattamento per la scarlattina è basato sull’uso di antibiotici per uccidere il batterio che causa la malattia.
Gli antibiotici più comunemente prescritti per la scarlattina sono la penicillina e l’amoxicillina.
Il trattamento deve essere iniziato il prima possibile per prevenire complicazioni e ridurre la durata dei sintomi.
Oltre a prendere gli antibiotici, è importante che i bambini con scarlattina riposino e bevano molti liquidi per aiutare a prevenire la disidratazione. Per alleviare il mal di gola e la febbre, il medico potrebbe anche raccomandare l’uso di farmaci da banco come paracetamolo o ibuprofene.
È importante che i bambini con scarlattina seguano attentamente le istruzioni del medico curante e completino interamente il corso di antibiotici prescritto, anche se i sintomi scompaiono prima della fine del trattamento.
Questo aiuterà a prevenire il ripresentarsi dei sintomi o lo sviluppo della resistenza agli antibiotici.
È importante che i bambini con scarlattina rimangano a casa non recandosi a scuola o in altri luoghi pubblici finché non sono guariti, per evitare la diffusione del batterio ad altre persone.
Inoltre, è importante che i genitori e gli operatori sanitari lavino le mani regolarmente e puliscano regolarmente le superfici comuni per prevenire la trasmissione del batterio.
È possibile prevenire la scarlattina?
Purtroppo, no. Se nella classe si manifestano casi di infezione, è consigliabile fare il tampone e vedere l’eventuale positività.
Come si diagnostica
Al comparire di questi sintomi è bene quindi portare il bambino dal pediatra che con un semplice tampone orale potrà stabilire se sia presente il batterio e dunque prescrivere la terapia. Poiché la malattia è molto contagiosa il bambino non deve frequentare la scuola se non dopo 48 ore dalla prima assunzione dell’antibiotico.
Ammalarsi di scarlattina durante la gravidanza
Al momento, non ci sono prove certe che confermino la pericolosità della scarlattina sul feto.
Quando una donna si ammala dovrà seguire il trattamento antibiotico. Se la diagnosi viene effettuata dopo il parto, è molto probabile che anche il nascituro sia stato contagiato.
Pertanto, avrà bisogno anche lui di tempestive cure.