La difficoltà di concepire è un problema con cui devono confrontarsi non poche coppie che hanno deciso di mettere al mondo un figlio. A incidere negativamente su quell’equilibrio magico e delicato che si crea nel corpo di una donna nel momento in cui resta incinta ci possono essere diversi fattori, dal funzionamento del nostro sistema ormonale ad altri elementi per così dire “ambientali”, legati cioè alle sostanze cui siamo quotidianamente esposti.
Una di queste sostanze a effetto negativo sulla fertilità pare sia il Bisfenolo A, un nome che ai più non dirà nulla, anche se ognuno di noi – ogni giorno – porta sulla propria tavola o nella propria casa una certa quantità di questa sostanza: il Bisfenolo A, infatti, si trova nel comune packaging usato per confezionare i prodotti che acquistiamo al supermercato, dalle bottiglie di plastica dell’acqua, alle scatolette di carne e conserve, fino ai pet del latte o dei succhi di frutta.
Oltre ad aumentare il rischio di sviluppare un cancro, come sembra abbiano evidenziato recenti studi, il Bisfenolo A interagisce negativamente anche con la fertilità, questo perché si comporta a tutti gli effetti come gli estrogeni, ostacolando l’impianto di ovociti nell’utero e il concepimento.
A proteggere da quest’azione negativa del Bisfenolo A ci sarebbe però un alimento ben noto ai sostenitori della dieta veg: la soia. Questo, almeno, mettono in luce i risultati di una ricerca condotta dagli studiosi dell’Harvard University e del Brigham and Women’s Hospital, coordinati dal dottor Jorge Chavarro.
Alla ricerca hanno preso parte 239 donne fra i 18 e i 45 anni, che si erano sottoposte ad almeno un ciclo di fecondazione in vitro. Dopo il consumo di cibo contenenti soia – dalla zuppa di misu al tofu, dalle barrette agli hamburger vegetali – gli esami hanno evidenziato che il livello di Bisfenolo A tende a diminuire, con una minaccia in meno per la fertilità.