Poche, semplici regole aiuterebbero le madri, notoriamente inclini a fare comunità ma anche donne irrevocabilmente indotte alla competizione e al reciproco, subdolo lesionismo, a vivere più serenamente tra loro:
1. Sii curiosa e chiedi. Quando cedi il posto in cassa a una donna incinta (perché lo cedi, vero?), chiedile anche per quando è, e se è maschio o femmina. Certo, potrebbe essere solo obesa e tu farci una figura di m. Potrebbe essere davvero incinta ma detestare le distinzioni sul genere (non spingerti, per precauzione, a parlare di corredo rosa e azzurro). O esserci rimasta per errore. Ma tu chiedi: nella maggior parte dei casi quella donna non aspetta altro che accorgersi che ti sei accorta.
2. Fatti gli affari suoi: sorridi ai figli altrui. Al parco, dal pediatra, in sala d’attesa. Fai due parole chiedendo alla madre che hai accanto dei suoi figli, e parla dei tuoi solo se lei mostra interesse, se anche lei sorride osservando i tuoi. Non tutte le madri amano i bambini: di certo amano i propri.
3. Ascolta e abbi pazienza. Se una madre ha da narrare incredibili gesta, prodi azioni e memorabili sfighe o trofei, lasciala fare. Le madri amano essere protagoniste.
4. Per favore datti un contegno: superata la soglia dei 15 minuti ininterrotti, però, non sentirti bastarda se improvvisamente un figlio ha guarda caso bisogno di andare in bagno, e tu te la svigni. E quando sarà il tuo turno di raccontare vedi di non strafare. Piccole astuzie del tipo: “Anche tu?” oppure l’evergreen “E tu invece?” possono salvare il dialogo.
5. Mio figlio è comunque più avanti del tuo (qualsiasi cosa dici lei l’ha fatta meglio e prima): il confronto è fertile, la rivalsa è sterile. Passi una, passi due, passi tre volte che ti chiacchiero di mia figlia (scusa se parlando tra madri ogni tanto sfioro l’argomento figli, o descrivendo qualcosa ci capita dentro un dettaglio prole-oriented), e tu ribatti: “Eh, figurati, al mia faceva così dieci mesi prima!”. Ma alla quarta sei OUT. Scappa: dinanzi alle gare imposte dalle STI (So Tutto Io) vera vincitrice è chi fugge.
6. Lascia passare chi ha fretta: abbi pietà di quella madre che vedi zigzagare nella foresta genitoriale delle 4 fuori da scuola, soprattutto se dotata di (altro) infante, in particolar modo neonato, ammarsupiato o in braccio a mo’ di “scappata di casa”. Tutte, prima o poi, corriamo, e tutte, prima o poi, abbiamo bisogno di pietà.
7. “Grazie” non è una bestemmia: se con 3 piccoli esseri umani disposti a cortina al bordo del marciapiede aspetto che tu e il tuo bambino passiate prima di noi, puoi farlo con calma, guardarmi sì e no, lasciarmi il passaggio per semplice legge del moto (ormai sei passata), ma, ti prego, rigurgita un piccolo grazie. D’altro canto siamo 3 a 1 quanto a progenie.
8. Sii gentile con la mamma dell’amichetto di tuo figlio. A me finora è andata benino, i miei figli si avvicinano ai coetanei e io alle rispettive madri in parallelo, e sembriamo abbastanza coordinati. Ma, chiaro, non puoi contarci a vita. E se “lei” ti sta clamorosamente sul c.? Ti prometto che troveremo una lista di buone intenzioni anche per questo caso specifico, da accompagnare, magari, al galateo della festicciola perfetta. Per ora tiro il fiato e spero che i miei figli continuino a non sbagliare la mira (oppure li piloto 😉 ).