Il ritorno a pratiche naturali nella decisione di come vivere il momento del parto è una delle motivazioni alla base del cosiddetto Lotus Birth, un metodo che consiste nel far nascere il bambino senza recidere il cordone ombelicale, ma aspettando che questo si distacchi naturalmente da solo, insieme alla placenta.
Ad oggi, nella pratica ospedaliera, al momento dell’espulsione del feto il cordone ombelicale viene immediatamente tagliato, soprattutto per una questione di praticità. Per la madre, però, il parto non si è concluso qui, ma procede con un’altra fase – il secondamento – in cui viene espulsa la placenta. Al contrario, scegliendo il Lotus Birth, espulsione del bambino e della placenta diventano un unico momento e per i successivi 3-4 giorni dalla nascita il bambino vivrà letteralmente collegato alla propria placenta.
Perché scegliere il Lotus Birth?
Questa pratica comincia ad apparire intorno agli anni Settanta ed è motivata dall’idea che lasciando il bambino collegato alla placenta l’organismo del piccolo riesce ad adattarsi meglio, nel rispetto dei propri tempi, alla nuova vita. La placenta, infatti, si sviluppa insieme al bambino, è in qualche modo una parte del feto, oltre a rappresentare la sua essenziale fonte di nutrimento: di conseguenza, il taglio del cordone ombelicale e il distacco dalla placenta possono essere visti come una sorta di amputazione, un trauma per il bambino, sia a livello fisico che psichico. Al contrario, lasciando la placenta attaccata, il piccolo potrà continuare a riceverne il nutrimento e l’ossigeno residui, fino alla naturale conclusione del processo: il distacco, insomma, avverrà spontaneamente, quando il bambino è pronto.
Ci sono controindicazioni?
Il tema del Lotus Birth è piuttosto controverso e se i suoi sostenitori affermano che questa pratica è utile per rafforzare il sistema immunitario e quello respiratorio del bambino, in realtà mancano degli studi scientifici che confermino benefici a lungo termine nei bambini che sono nati con questo metodo.
Chi si oppone a questa pratica sostiene che tenere la placenta attaccata al bambino può essere veicolo di infezioni, perché dopo l’espulsione la placenta è un tessuto sostanzialmente morto (essendo privo di circolazione), che può infettarsi con facilità e infettare il bambino. Di contro, chi consiglia il Lotus Birth afferma che i principali rischi di infezione derivano invece proprio dal taglio prematuro del cordone ombelicale (tra l’altro con il Lotus Birth non è necessaria la medicazione del cordone ombelicale dopo la nascita, dal momento che non c’è stato nessun taglio: il cordone cade da solo e quando si distacca la parte è perfettamente cicatrizzata).
Maggiori info sul metodo Lotus Birth visitando il sito www.lotusbirth.it
Per carità!
Anche no…