Donne e lavoro un binomio che negli ultimi decenni ha occupato paper e volumi di sociologia, psicologia, diritto del lavoro e quant’altro, ma che – nonostante tutto – rimane di attualità e, come potete immaginare, per lo più sotto un’ottica negativa. Vogliamo affrontare un argomento che non avrebbe ragione di esistere ma purtroppo è attuale nel nostro Paese: le mamme sono ancora soggette a mobbing, e ci chiediamo perché sia così difficile la possibilità di riuscire ad affermarsi nella vita sia nella sfera privata che nel lavoro.
Già, perché una volta assunte e dimostrate le proprie capacità, sono ancora troppe le donne che si trovano a dover combattere contro un mostro più grande di loro, il mobbing, che con sempre maggiore frequenza colpisce le donne che rientrano dalla maternità.
Nonostante la legge sia dalla parte delle donne, i comportamenti di datori di lavoro e colleghi sono più forti e, fra occhiatacce, richiami e comportamenti subdoli, non è di certo difficile costruire un ambiente di lavoro ostile e poco ospitale, anche “giocando sporco” per colpire l’orgoglio e la stima che una donna ha in se’ pur di spingerla in maniera più o meno palese a rassegnare le dimissioni, a lasciare libero un posto a cui non ha più diritto per il solo motivo di essere diventata madre.
La rete è piena di storie di questo genere e, anche senza troppa fatica, chiunque di noi ne potrebbe raccontare di diverse accadute ad amiche o conoscenti che hanno nell’incubo e nella frustrazione il rientro al lavoro dopo la maternità.
Il mobbing, di per se’, è uno dei comportamenti sul posto di lavoro che maggiormente lede la dignità e l’autostima di una persona; a maggior ragione per le neo mamme: oltre a vivere una situazione molto delicata dal punto di vista personale, il mobbing si abbatte su di loro come un vero uragano, praticamente impossibile da affrontare con lucidità..
Nel III millennio, rimane una vera e propria piaga di cui non vorremmo mai più sentire parlare…