Si potrebbe credere che non esista alcun tipo di rapporto tra l’insegnamento nelle scuole dell’educazione sessuale e il tasso di abortività in un determinato Paese. Eppure le cose non stanno così: laddove l’educazione sessuale è inserita ufficialmente come disciplina scolastica, il ricorso volontario all’aborto tra le under 20 risulta essere superiore rispetto a quei Paesi in cui essa non rappresenta una materia di insegnamento.
L’aborto volontario delle minorenni in Italia e negli altri Paesi
Malgrado la percentuale di under 20 che abortiscono nel nostro Paese sia diminuita negli ultimi anni, tuttavia essa risulta ancora significativa. Siamo infatti passati da 9,6 aborti al giorno del 2008 ai 6,3 attuali. Questi dati sono stati rilevati da #Truenumbers, il programma web di Panorama Tv. Malgrado possa apparire come un dato sconfortante, la ricerca ha contestualmente messo in evidenza che il ricorso all’aborto volontario da parte delle donne di età inferiore ai 20 anni è superiore, rispetto a quello registrato in Italia, in tutti quei Paesi in cui l’educazione sessuale è una materia di insegnamento nella scuola dell’obbligo.
Ciò significa che, paradossalmente, nei Paesi che possono essere considerati sessualmente evoluti, le giovanissime ricorrono con maggiore leggerezza all’aborto. Basti pensare che in Gran Bretagna su 100 donne under 20 che rimangono incinte, 18 di loro decidono di interrompere volontariamente la gravidanza. Una percentuale simile, anche se leggermente inferiore, si registra anche in Danimarca, in Francia e in Olanda.
Questi dati, dunque, testimoniano il fatto che insegnare l’educazione sessuale ai giovanissimi, lungi dal favorire un comportamento sessuale consapevole e maturo, si è dimostrato controproducente. Si rende necessario, pertanto, provvedere a una modificazione dei programmi didattici e a promuovere, allo stesso tempo, l’utilizzo dei contraccettivi, sia per proteggersi dalle patologie sessualmente trasmettibili che per evitare le gravidanze indesiderate.