16 aprile 2025 –
L’avvento degli smartphone ha trasformato radicalmente la nostra vita quotidiana: comunicazioni istantanee, informazioni sempre a portata di mano e la possibilità di svolgere più attività in qualsiasi momento.
Tuttavia, questa comodità ha un altro aspetto poco studiato, ma cruciale, soprattutto per le prime fasi della crescita di un bambino e nella relazione con la madre e bambino. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Biological Psychology e condotto dal Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia in collaborazione con la Fondazione Mondino, mette in luce i possibili effetti negativi derivanti dalle brevi, ma significative, interruzioni causate dallo smartphone nelle interazioni madre-bambino.
L’importanza delle prime interazioni mamma-bambino
Nei primi mesi di vita, la relazione tra madre e figlio si basa su segnali emotivi e comunicazioni non verbali fondamentali per lo sviluppo del bambino. Il contatto visivo, i sorrisi, la voce e le espressioni facciali giocano un ruolo essenziale nella creazione di un legame affettivo solido.
Qualsiasi distrazione – seppur momentanea – può influenzare questo delicatissimo equilibrio, suscitando di rimando delle reazioni nel neonato e potenzialmente alterando la qualità dello scambio emotivo. Già da qualche anno i ricercatori indagano sul fenomeno del “phubbing” applicato alla genitorialità.
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Proprio per questo motivo, gli studiosi hanno voluto approfondire l’impatto dei device digitali sulle prime fasi di vita del bambino, focalizzandosi sulla questione chiave: come risponde un neonato quando la madre distoglie l’attenzione a causa dello smartphone?
Lo studio e la metodologia utilizzata
La ricerca ha coinvolto 38 coppie madre-bambino, osservate tra i 3 e i 4 mesi di vita del piccolo. Gli studiosi hanno strutturato la ricerca in momenti in cui si alternavano fasi di gioco libero a brevi interruzioni, durante le quali le madri erano impegnate in due tipologie di compiti:
- Distrazione digitale: compilazione di un questionario attraverso lo smartphone.
- Distrazione non digitale: compilazione di un questionario cartaceo.
Per analizzare con precisione il comportamento del neonato e della madre, i ricercatori hanno applicato un approccio integrato, basato su una analisi comportamentale e il monitoraggio della temperatura cutanea tramite termografia a infrarossi. Questo metodo ha permesso di rilevare cambiamenti fisiologici che potrebbero non essere immediatamente evidenti a occhio nudo, ma che risultano importantissimi per comprendere i livelli di attivazione emotiva e di stress nel bambino.
Risultati: le conseguenze delle distrazioni digitali
I risultati raccolti indicano che entrambe le forme di distrazione – digitale e non – possono suscitare segnali di disagio nel neonato. Tuttavia, solo la distrazione digitale ha mostrato una correlazione diretta con l’attivazione del sistema nervoso simpatico del bambino, evidenziata da un calo della temperatura cutanea nell’area frontale del volto.
In altre parole, quando la madre si distrae con lo smartphone, il piccolo manifesta una risposta di stress più forte rispetto a quanto avviene con un questionario cartaceo.
Un ulteriore dato interessante riguarda la frequenza d’uso quotidiana dello smartphone da parte della madre: le madri che utilizzavano più intensamente il dispositivo nella vita di tutti i giorni tendevano a mostrare una minore affettività nel momento in cui tornavano a dare attenzioni al bambino. Contemporaneamente, i loro figli rivelavano una reattività fisiologica più forte in risposta alla distrazione digitale.
Possibili spiegazioni e riflessioni
Ma perché la distrazione generata dal telefono risulta tanto influente rispetto a un questionario cartaceo? Una prima spiegazione può derivare dal fatto che lo smartphone è un oggetto per sua natura altamente coinvolgente, che assorbe l’attenzione della madre in modo più profondo e prolungato, causando una riduzione del contatto visivo e delle espressioni facciali verso il neonato. Inoltre, la presenza di notifiche e la possibilità di svolgere più attività sullo stesso dispositivo possono aumentare i livelli di disconnessione, anche se questa dura solo pochi secondi o minuti.
E non smetteremo mai di sottolineare che i bambini, sin dalla tenera età, sono molto ricettivi e sensibili, soprattutto quando si parla di attenzioni della mamma. Il loro attaccamento si sta formando, e ogni fattore di alterazione può provocare reazioni fisiologiche e comportamentali.
Implicazioni pratiche e suggerimenti per i genitori
Le scoperte di questo studio invitano a riflettere sull’uso consapevole dello smartphone durante i momenti di interazione con il neonato. Questi consigli valgono ovviamente anche per il papà.
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Pur riconoscendo che nella vita quotidiana non è sempre possibile disconnettersi totalmente, potrebbe essere utile adottare alcuni accorgimenti pratici:
- Creare momenti “phone-free”: dedicare intervalli di tempo esclusivi al bambino, lasciando lo smartphone in un’altra stanza o in modalità silenziosa.
- Tieni una routine: potrebbe essere utile cercare di organizzare il proprio tempo e controllare notifiche, email o social media, in un momento di pausa, evitando di farlo durante il gioco o il contatto fisico con il neonato.
- Essere genitori consapevoli: perché lo smartphone influenza l’umore, e troppi stimoli digitali possono generare stress nel care-giver, riducendo la qualità dell’interazione con il bambino.
- Osservare i segnali di disagio : se si notano segni di disagio o di irritazione quando si usa il telefono, potrebbe essere il momento di metterlo da parte.
Prospettive future della ricerca
Come sottolinea la prima autrice dello studio, Sarah Nazzari, “Questi risultati suggeriscono che anche brevi interruzioni dell’interazione, come quelle causate dall’uso dello smartphone, possono influenzare la qualità degli scambi affettivi tra genitore e bambino. È importante sottolineare che la ricerca è stata condotta in un contesto sperimentale controllato. Saranno necessarie ulteriori indagini in contesti naturalistici per comprendere come i genitori regolino spontaneamente l’uso dello smartphone nella quotidianità”