9 aprile 2024 –
Un’ondata di polemiche ha invaso Milano dopo che una statua che ritrae una madre mentre allatta il suo bambino è stata respinta per la sua installazione in Piazza Duse dalla commissione comunale, la quale ha motivato la decisione affermando che l’opera “Non rappresenta valori condivisibili” da tutta la cittadinanza.
La maternità come valore universale
L’opera in bronzo, intitolata “Dal latte materno veniamo”, è stata proposta dagli eredi dell’artista Vera Omodeo come dono alla città, desiderando una sua collocazione all’aperto, come in origine era stata proposta la collocazione in piazza Eleonora Duse, un’importante figura del teatro moderno.
Tuttavia, la commissione ha giudicato i valori rappresentati dalla statua come “certamente rispettabili ma non universalmente condivisibili“. La commissione è andata anche oltre, suggerendo invece di donarla a enti privati con un contesto più affine ai temi della maternità o a enti religiosi, come se la statua fosse un’opera di arte sacra. Serena Omodeo, figlia dell’artista, ha sottolineato il valore universale della maternità e l’allattamento come esperienze fondamentali non legate necessariamente alla religiosità.
Le proposte alternative per la collocazione della statua
Questa decisione ha sollevato molti interrogativi e proteste: ci si chiede infatti se proprio la maternità non sia un valore universale. Chiaramente non nel senso che ogni donna è mamma, ma che tutti, a conti fatti, veniamo da un grembo materno.
È arrivata poi a stretto giro la replica del Sindaco Beppe Sala, che ha raccolto le proposte di alcuni cittadini di Milano, e l’idea di collocare la statua alla Clinica Mangiagalli.
Anche l’Assessora alla Cultura della Lombardia, Francesca Caruso, ha espresso disponibilità ad accogliere l’opera, rimarcando che l’immagine della donna che allatta non dovrebbe offendere la sensibilità pubblica.
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Ma come recita il noto motto latino, attribuito a S. Paolo – “Omnia munda mundis” – costituisce la base del proverbio “la malizia è negli occhi di chi guarda“, e suggerisce che il giudizio sulla moralità, o la condivisibilità, presunta di un’immagine sia determinato dalla percezione di chi la osserva, piuttosto che dall’intenzione di chi l’ha prodotta.
L’allattamento in pubblico e i suoi tabù
Il dibattito si inserisce in un contesto più ampio di riconsiderazione dei tabù legati all’allattamento in pubblico, con movimenti e iniziative che cercano di normalizzare questa pratica naturale, nonostante le restrizioni imposte da alcuni social media contro il nudo.
In questi anni infatti molte attiviste, femministe e non, hanno portato alla ribalta il tema dell’allattamento in pubblico, con campagne di sensibilizzazione per promuovere anche l’allattamento al seno, come in un murale a Glasgow, o l’esposizione di seni giganti in cima agli edifici nel centro di Londra.
La questione riflette una tensione tra i valori tradizionali e la promozione di un’immagine più aperta, naturale e inclusiva della maternità nella società.