Lo shock anafilattico è una reazione allergica grave che può arrivare ad essere anche fatale se l’intervento non è immediato ed è in grado di manifestarsi in qualsiasi età, anche nei bambini.
Tra le cause più comuni che lo determinano troviamo: le punture di insetto, alcune tipologie di alimenti o di medicine.
In questi casi, dunque, l’unico farmaco salvavita è l‘adrenalina che deve essere somministrata per tempo, appena si rilevano i primi sintomi.
Agire velocemente, dunque, è un fattore determinante e può fare la differenza; se l’adrenalina viene iniettata all’istante, l’emergenza rientra nella quasi totalità dei casi.
Ad ogni modo, una crisi, anche se sedata, necessita di un controllo post intervento e pertanto bisognerà portare il bambino al pronto soccorso per sincerarsi delle sue effettive condizioni di salute.
Da cosa è dovuto lo shock anafilattico nei bambini?
Come abbiamo accennato, lo shock anafilattico riguarda una reazione allergica generica che può avvenire in qualsiasi momento e che, se non trattata per tempo, può portare a conseguenze molto serie e fatali.
Può essere causato dall’esposizione ad un allergene a cui si è già sensibilizzati: questo significa che è detto che la reazione avvenga al primo contatto con quella sostanza, ma può verificarsi una volta successiva, quando il soggetto ne entra in contatto.
La causa scatenante è dovuta dall’interazione tra anticorpi di tipo IgE e un allergene; gli anticorpi sono prodotti dal nostro sistema immunitario per proteggersi da sostanze particolarmente pericolose come appunto gli allergeni o batteri e virus.
Se una persona è particolarmente sensibile a un allergene, il suo sistema immunitario tende a produrre una grande quantità di anticorpi IgE per quella determinata sostanza.
L’esposizione all’allergene, poi, permette che gli anticorpi IgE si leghino ad esso, attivando i “mastociti e basofili”, ovvero quelle cellule presenti nel corpo che rilasciano grandi quantità di “istamina” e altre sostanze infiammatorie, causando una serie di reazioni come la “vasodilatazione” e la “contrattura dei muscoli bronchiali”.
Queste combinazioni, dunque, determinano i sintomi tipici dello shock anafilattico che possono essere di lieve entità fino a diventare molto seri e letali.
Inoltre, c’è da sottolineare che la condizione di pericolo non è legata necessariamente alla quantità di allergene ingerito; anche solo una piccolissima dose può causare degli effetti irreparabili, specialmente in quei bambini che soffrono di forme gravi di allergie.
Gli allergeni responsabili dello shock anafilattico
I principali allergeni che causano lo shock anafilattico nei bambini sono:
– gli alimenti, come nel caso delle proteine contenute nel latte, uova, nocciole, arachidi, pesci o crostacei;
– veleni di insetti come api, vespe o calabroni;
– medicinali, come la penicillina o i farmaci biologici.
Non sempre si riesce a identificare chiaramente il fattore scatenante che ha provocato lo shock anafilattico e quindi, in questi casi, si parla di “anafilassi idiopatica”.
Stando agli attuali dati, in Europa oltre 17 milioni di persone soffrono di allergie alimentari e circa il 4% di questi sono bambini.
Ovviamente, è necessario valutare attentamente il tipo di allergia nei più piccoli; se questi soffrono di reazioni dette “gravi” si devono attuare delle norme di prevenzione che limitino il più possibile il rischio di morte.
La condizione ideale sarebbe l’introduzione di un programma educativo per le famiglie che chiarisca loro l’uso corretto di farmaci come l’adrenalina, determinanti per salvare la vita di un bambino che ha una reazione di questo tipo.
Sintomi principali dello shock anafilattico
La reazione allergica che scatena lo shock anafilattico va a minare organi come la pelle, le vie respiratorie, l’apparato cardiovascolare o gastrointestinale e non sono da escludere dei sintomi a livello neurologico.
Se il lasso di tempo che intercorre tra l’assunzione di un allergene e l’avvento dei primi sintomi è piuttosto breve, la condizione è da ritenersi grave.
Tali segnali includono: orticaria, rinite, difficoltà nella respirazione, sensazione di prurito all’interno del cavo orale, diminuzione del tono di voce, gonfiore della gola, tachicardia ed episodi di asma, vomito e diarrea.
Cosa fare quando si manifesta lo shock anafilattico
Come detto in precedenza, l’adrenalina è un farmaco salvavita indispensabile per contrastare efficacemente lo shock anafilattico, specialmente quando è nella sua fase acuta.
Tale medicinale può essere assunto da bambini di ogni età e, pertanto, è molto importante che i genitori lo portino sempre con sé, specialmente se sanno che i propri figli sono soggetti ad alto rischio.
Per questo motivo, dunque, i genitori hanno il compito di comprendere come iniettare efficacemente questo farmaco, dotandosi di un apposito “autoiniettore”, ovvero dei preparati che vanno somministrati nel preciso istante in cui compare anche uno solo dei sintomi tipici della reazione allergica.
Il punto in cui la siringa va premuta è sulla coscia, nella parte esterna, anche in presenza di abiti e bisognerà tenerla dentro per almeno 10 secondi per permettere al medicinale di agire correttamente.
Si consiglia, anche dopo aver somministrato l’adrenalina, di recarsi comunque al pronto soccorso e sincerarsi che il bimbo sia completamente fuori pericolo.
Può capitare, infatti, che non basti una sola iniezione del farmaco e pertanto potrebbero essere necessari ulteriori supporti come ad esempio l’ossigeno o l’antistaminico.
Ovviamente, la prima cosa da fare è chiedere un intervento medico, chiamando il 112 o recandosi in Pronto Soccorso .
Cosa non fare in caso di shock anafilattico
- Assolutamente non porre rialzi o cuscini sotto la testa
- Non dare liquidi o alimenti
Poiché il passaggio di aria nelle vie aeree è già compromesso, queste operazioni potrebbero compromettere la situazione.