I neo-genitori lo sanno bene: i neonati si muovono in continuazione, agitando le braccia e le gambe, e sembrano non riuscire mai a stare del tutto fermi.
Ad esempio, quando si cerca di cambiare loro il pannolino, si potrà notare che i bambini sembrano sempre agitati, e non tengono mai fermi gli arti.
Ma perché avviene questo?
Uno studio pubblicato sulla famosa rivista scientifica statunitense ha sviluppato un’ipotesi: questi movimenti continui non sarebbero casuali, anzi.
Si tratterebbe di una modalità messa in atto dai neonati per esplorare e mettere alla prova il loro sistema senso-motorio, nonché le loro capacità di coordinazione e di movimento muscolare.
In sostanza, i bambini si muoverebbero freneticamente sulla base di impulsi neuroni spontanei, che consentono loro di esplorare il mondo che li circonda ed i loro sensi.
I genitori, quindi, non devono preoccuparsi se il bimbo appena nato dimostra una frenetica attività motoria. Si tratta infatti di un meccanismo assolutamente normale e fisiologico che, come vedremo, riveste un importante ruolo nel futuro sviluppo senso-motorio del bimbo.
I neonati si muovono sempre: lo studio spiega il perché
Un gruppo di studiosi statunitensi ha avviato una ricerca per comprendere quali fossero i motivi dei frenetici movimenti tipici nei neonati, che coinvolgono soprattutto braccia e gambe.
Per farlo, hanno scelto un campione di 12 neonati nati sani con meno di dieci giorni di vita e di dieci lattanti, di circa 3 mesi, di entrambi i sessi.
Sfruttando un sistema computerizzato, gli scienziati hanno poi analizzato gli input sensoriali dei bambini e la loro attività muscolare data dal movimento di braccia e gambe. Il sistema ricostruiva un modello del corpo del neonato, dal punto di vista muscolare e scheletrico, analizzando i movimenti di 144 muscoli in tutto il corpo.
Infine hanno elaborato un algoritmo che ha tracciato i collegamenti fra le due attività.
Secondo uno dei autori dello studio, Hoshinori Kanazawa, i bambini eseguivano movimenti mirati e veloci e del tutto casuali. Non si tratta, quindi, di un’attività con uno scopo mirato, se non quello di consentire al bambino di esplorare le sue capacità muscolari e di interagire con l’ambiente attraverso lo stimolo dei sensi.
I neonati, quindi, muovono braccia e gambe spinti dalla loro voglia di scoprire il mondo circostante e di sperimentare i sensi e la loro capacità di movimento.
Così facendo, sviluppano le interazioni senso-motorie che poi saranno necessarie per apprendere altri comportamenti fondamentali (come, ad esempio, camminare).
Lo scopo del movimento non è quindi, come si era anche ipotizzato in passato, quello di apprenderlo e padroneggiarlo, ma piuttosto quello di esplorare lo spazio circostante.
Una scoperta che aiuterà la diagnosi precoce di disturbi dello sviluppo
I risultati dello studio sono di grande importanza e non solo perché hanno definito che i movimenti neonatali sono la chiave per comprendere lo sviluppo motorio del bambino, ma anche perché potranno aiutare, nel futuro, la diagnosi di eventuali disturbi dello sviluppo.
Come sottolineano gli studiosi che hanno preso parte alla ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America”, gli esiti della ricerca potranno essere la chiave per la diagnosi precoce dei disturbi specifici nel neonato.
L’analisi dell’attività senso-motoria dei neonati può aiutare gli scienziati a comprendere quali comportamenti e movimenti sono considerati ‘fisiologici’ in bambini di questa età e quali invece non lo sono e, quindi, potrebbero essere spia di ritardi nello sviluppo.
Se infatti questi comportamenti neonatali sono mirati a conoscere, esplorare e coordinarsi col mondo circostante, la loro assenza potrebbe richiedere un approfondimento diagnostico per escludere problemi dello sviluppo motorio del bimbo.
L’osservazione e l’analisi dei movimenti dei neonati, di conseguenza, potrebbero essere uno strumento importante per la diagnosi di eventuali problemi consentendo di intervenire sugli stessi in maniera tempestiva, spiega ancora Kanazawa.