Auguri e figli maschi: quante volte abbiamo sentito questo modo di dire, magari con un moto di fastidio?
Si tratta, senza dubbio, di un retaggio del passato, quando i figli maschi erano una risorsa fondamentale per la famiglia, grazie al loro maggior vigore fisico.
I tempi sono cambiati – fortunatamente – e molte società hanno rivalutato il ruolo delle donne, dando loro la possibilità di realizzarsi, di rendersi autonome e di diventare un punto di riferimento per la famiglia, anche dal punto di vista economico.
Eppure, una recente indagine ha rivelato che crescere figlie femmine comporta uno svantaggio tanto sorprendente quanto inatteso.
Figlia mia, quanto mi costi!
La ricerca, condotta dal giornalista finanziario Ed Bowsher e pubblicata originariamente sul portale web lovemoney.com, ha stimato il costo di crescere un figlio dalla nascita sino al compimento dei 18 anni.
I risultati sono sorprendenti: se allevare un bambino fino alla maggiore età ha un costo stimato di circa 90 mila euro, la cifra da mettere in gioco per una figlia femmina è di ben 124 mila euro.
A quanto pare, quindi, la saggezza popolare non ha tutti i torti: crescere una bambina fino all’età adulta costa quasi il 40% in più rispetto ad allevare un maschio!
Vestiti, cosmetici e accessori: un salasso per le famiglie
La ricerca è andata più a fondo, per scoprire dove ha origine il divario di costo. Sin dall’infanzia, i giocattoli per bambine sono tendenzialmente più cari di quelli rivolti ai maschietti.
Ma sono le spese del periodo adolescenziale a fare la parte del leone: le teenager, forse per non essere escluse dalla cerchia delle coetanee, richiedono infatti vestiti, borse, scarpe e accessori più costosi rispetto a quelli utilizzati dai ragazzi. Inoltre, possono arrivare a spendere fino a 13 mila euro in cosmetici e trucchi. I maschietti, dal canto loro, sembrano accontentarsi di capi d’abbigliamento più a buon mercato, ma sono più esigenti con i prodotti tecnologici; inoltre, richiedono paghette più elevate.
