La maternità rappresenta un’esperienza significativa, un cambiamento identitario, seppur non una tappa obbligatoria per la realizzazione di una donna.
Mettere al mondo un figlio è una scelta che richiede un buon grado di conoscenza e consapevolezza di sé.
Nei giorni odierni sul genere femminile vi sono ancora aspettative molto severe, a tratti disumane.
Una donna è chiamata ad essere una mamma presente, una casalinga attenta, una lavoratrice efficiente, una partner passionale e in buon forma fisica.
Spesso per una donna è difficile integrare l’esperienza della maternità e la realizzazione lavorativa.
Scegliere di avere un figlio è un passo che si compie non senza paure.
Vedremo insieme quali sono i principali timori che riguardano trasversalmente l’esperienza di molte neomamme, pur senza generalizzare e ricordando la specificità di ogni situazione.
Individueremo quattro macro aree in cui si insidiano incertezze e turbamenti.
Un corpo in-divenire
Il corpo materno è il luogo dove prende forma la nuova vita.
È un corpo chiamato a fare spazio, a cambiare forma.
Le paure del corpo si sviluppano su un doppio livello: funzionale ed estetico.
Vi sono timori connessi all’esperienza del parto, alle condizioni di salute, alla possibilità di contrarre malattie e paure relative all’aspetto estetico, ed in particolare all’impossibilità di riacquisire la forma fisica del pre-gravidanza.
Da un punto di vista emotivo ed inconscio queste preoccupazioni sottendono la paura del cambiamento e della responsabilità, non più auto riferita: si è responsabili anche della salute del bambino.
Sarò una buona madre?
È la relazione con sé stesse al centro di un passaggio di status fondamentale: da figlia a madre.
Il rapporto con il proprio passato condiziona incisivamente il modo in cui si affronta il presente e si immagina il futuro.
Molte donne hanno paura di riproporre ciò che hanno vissuto, di ripetere dinamiche disfunzionali nella crescita dei propri figli.
Altre, al contrario, si sentono non all’altezza di appropriarsi del ruolo genitoriale, “non sarò mai brava come mia mamma”, schiacciate dall’idealizzazione dei propri genitori.
La cura pratica del bambino incute molti timori, soprattutto per quelle donne che tendono a svalutarsi, che non hanno un buon grado di fiducia in sé: la paura dell’allattamento, di come fare il bagnetto, dell’accudimento in generale.
La nascita come evento familiare
L’arrivo di un bambino incide fortemente sulle dinamiche familiari. Non nascono solo due genitori, ma anche due nonni, zii ecc..
Le neomamme vivono il timore di non essere sufficientemente supportate dalla propria famiglia e da quella del partner, o al contrario, di essere invase e squalificate nel proprio ruolo.
La coppia vive una trasformazione non semplice, è chiamata a “fare spazio ad un terzo senza smettere di essere coppia”.
Molte donne temono di essere tradite, abbandonate, non affiancate dal proprio partner.
Non solo madri
Una grande paura si insidia nella precarietà e incertezza del mondo lavorativo, ancora poco tutelante per le donne madri.
Il timore di vanificare i sacrifici compiuti per la propria realizzazione professionale, di perdere la posizione lavorativa acquisita, l’autonomia economica.
La preoccupazione è quella di annullarsi nel ruolo di madre, o al contrario di sentirsi in colpa se il lavoro non permette una presenza sufficientemente continua con il proprio bambino.
Si ha paura di perdere gli spazi personali, la cura di sé come donna e persona.
Una bussola di orientamento
Nell’attraversare un viaggio sorprendente, faticoso, meraviglioso, come la maternità è importante non perdere la propria bussola di orientamento.
I nuovi percorsi mettono tanta più paura se non si hanno le proprie coordinate.
Forniremo alcuni input utili per non sentirsi in balia della strada, ma alla guida del proprio cammino.
- Ridurre le aspettative supereroiche verso se stesse: umanizzare l’esperienza della maternità, che fisiologicamente comporta sentimenti ambivalenti e momenti molto faticosi.
- Non giudicarsi severamente: avere bisogno di aiuto è naturale e sano, è importante riconoscerlo non solo per voi neomamme ma anche per il bambino. Ricordare l’importanza della co-genitorialità, della responsabilità condivisa.
- Riconoscere che non esiste un momento ideale per mettere al mondo un figlio. È una scelta che non deve essere imposta, ma deve venire da dentro ed essere condivisa in coppia.
- Esprimere i propri bisogni e le proprie paure. Spesso le neomamme desiderano che l’altro comprenda il loro stato d’animo e le loro necessità. È importante imparare a chiedere.
- Affrontare il percorso step by step: è importante darsi tempo per familiarizzare con l’esperienza della maternità. Non proiettare il pensiero in avanti ma provare ad affrontare passo dopo passo le scoperte.
- Acquisire consapevolezza sui propri sentimenti e le proprie paure, per non trasmetterle al bambino.
- Coltivare spazi di confronto, relazione e socializzazione.