Come insegnare anche ai più piccoli a superare le barriere del pregiudizio e la paura del diverso? Alcuni libri scritti da autori esperti aprono la strada all’accoglienza e al rispetto dell’altro.
Il 27 gennaio, data in cui si commemora l’Olocausto, è perciò un’occasione per non dimenticare e anche per educare le nuove generazioni all’empatia.
I libri sull’accoglienza adatti ai più piccoli
Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa aprono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e vedono qualcosa che nessuno poteva immaginare. La sofferenza e gli orrori di quel luogo in cui non c’è traccia di umanità travolgono i soldati e li segnano per sempre. Da allora il mondo degli adulti si è interrogato su come impedire un nuovo Olocausto.
Oggi a più di 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali in Italia ci sono diverse letture che possono aiutare genitori ed educatori a crescere nuove generazioni di cittadini accoglienti e consapevoli.
Tra questi c’è il libro “Vietato agli elefanti” di Lisa Mantchev, Giunti editore, adatto dai 5 anni in poi, non tratta dello sterminio in maniera diretta, ma dal punto di vista dell’inclusione.
La storia ha come protagonista un bambino che porta ad una festa il suo elefante e perciò viene allontanato.
Gli altri ospiti, infatti hanno altri animali e l’elefante viene visto con sospetto.
Il bambino e il suo amico perciò danno vita ad un party con altri ospiti esclusi e anche con qualcuno che era già stato accolto all’altra festa.
La storia aiuta a comprendere il senso di solitudine e isolamento che caratterizza la segregazione.
Sempre consigliato dai 5 anni in poi è “L’orsetto di Fred” di Iris Argman, Gallucci editore.
Il libro racconta la vera storia di Fred Lessing, un olandese con un’infanzia serena vissuta con la madre e il padre che vede stravolta la sua vita dalle leggi razziali. Il piccolo è costretto a vivere con estranei presso famiglie che lo ospitano e lo proteggono, ma soffre di un profondo senso di abbandono e paura. Da adulto Fred, trasferito negli Stati Uniti, porta con sé il suo peluche, amico di sempre da cui si separa qualche anno dopo per regalarlo al Museo dello Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme e farlo diventare testimone silenzioso della sua storia.
I libri che raccontano il ghetto e il lager con gli occhi dei bambini
“Il paese degli elenchi” di Cristina Bellemo e Andrea Antinori, TopiPittori editore racconta di un paese a cui è possibile accedere solo con determinati documenti. L’esclusione è parte fondamentale di quella comunità che ha uffici, registri e elenchi interminabili per definire gli abitanti in base alle loro caratteristiche.
A stravolgere la vita di tutti arrivano 12 bambini che non rispondono ai criteri individuati dagli amministratori.
Il libro è una riflessione sull’isolamento e anche sul modo in cui l’organizzazione amministrativa di uno Stato possa essere strumentalizzata per rendere ancora più feroce la segregazione.
Il volume “In punta di stella” di Anna Baccelliere e Liliana Carone, Progedit editore descrive invece la vita dei bambini all’interno del lager, la loro paura costante, la fame, il freddo e il desiderio di riabbracciare le madri uccise all’arrivo al campo. Il tema è molto crudo, ma trattato con semplicità e attraverso storie, filastrocche e rime e correlato da disegni e immagini.
“Sassolino” di Marius Marcinkevičius, Caissa editore e con le illustrazioni di Inga Dagile racconta il susseguirsi dei giorni nel ghetto.
Protagonisti due bambini Rivka e Eitan che vivono a Vilnius nel 1943 e non possono superare i cancelli alti e grigi che delimitano lo spazio in cui gli ebrei sono rinchiusi.
Tutto ciò che è bello e vitale è al di fuori del cancello, al suo interno i bambini vedono spegnersi i desideri e la voglia di giocare e ridere, è un processo lento, ma a cui non riescono ad opporsi.
Il sassolino diventa testimone del dolore, ma anche simbolo della memoria per le future generazioni.