Chi non ne ha e li vorrebbe. Chi li sta aspettando, guardando la pancia della mamma crescere, ed è già un po’ geloso. Chi li odia e li ama, a distanza di un minuto. Chi ci passa il tempo a litigare, perché il gioco è mio, l’ho visto prima io, lo volevo io, l’ho chiesto io, ma le date vinte tutte a lui! Chi non se ne può separare, come fosse la coperta di Linus. Chi ne ha uno, chi lo ha gemello, chi ne ha tanti.
Fratelli e sorelle, quel rapporto unico, tutt’altro che perfetto, che si porteranno dietro, per sempre.
Chi ha un fratello vicinissimo di età, poco più di un anno di differenza. Chi ha una sorella con la quale ha convissuto sin dall’inizio, subappaltando la pancia della mamma. Chi ha un fratello molto più grande, che fa le veci della mamma e del papà. Chi ha una sorella che gli spiana la strada, che le battaglie le ha fatte, decretando vittorie o sconfitte, a nome di tutta la prole. Chi ha il fratello modello, di cui si parla ancora nella scuola e fra gli amici di famiglia: lui sì che obbediva, chissà se diventi alto come lui, nello sport era il massimo, quando entrava in campo, era subito un goal, prendeva tutti dieci, alla tua età!
Fratelli e sorelle, quel rapporto unico che condiziona l’infanzia, l’adolescenza, la promessa del futuro, le aspettative.
Il fratello con il quale non ti capisci e non ti capirai mai, non ti sforzi neanche di farlo. La sorella che sai già a cosa pensa, come sta reagendo, come si sente. Il fratello che, mamma e papà, senza volerlo, ti hanno reso antagonista: da chi mangia più verdura a quello che prende i voti migliori. La sorella che è uno sprone a fare meglio o la pecora nera, dalla quale devi distinguerti, secondo la famiglia.
Fratelli e sorelle, quel rapporto unico sul quale i genitori mettendo i primi mattoni, creano fondamenta e radici da cui dipenderanno l’inizio e la fine di quel legame.
Avere un fratello, una sorella, diversi o uguali non importa, è un dono senza pari. Il legame più puro e duraturo, ma che risente tanto dei singhiozzi della vita, dei cambiamenti tra il passato ed il futuro.
Una volta, al parco, una mamma con quattro figli mi disse “Un fratello non si nega a nessuno”. Frase infelice, a mio parere, anche se mossa sicuramente da buona fede e buone intenzioni.
Infelice perché non tutti possono e non tutti vogliono. E se non possono è dolore, buco nero. E se non vogliono è giudizio inutile, sciatto, sguaiato. Infelice perché non si mettono al mondo vite per fare compagnia a quelle che le hanno precedute.
La buona fede, le buone intenzioni volevano dire che un fratello, una sorella sono linfa vitale reciproca. È quel conflitto dal quale imparare, conoscersi, riconoscersi, negoziare, fare pace. È quell’amore che non ha bisogno di dirselo, di confermarlo, di chiarirlo. È quella verità che fa malissimo, che potrebbe anche farti sprofondare che più basso non si può, ma che se non te lo dico io chi te lo dice, sappi che comunque io ci sono, ti aiuterò, sono sempre con te. Quella bugia a fin di bene, il palliativo in quel momento così difficile, quello di cui l’altro ha davvero bisogno.
I fratelli e le sorelle sono il reciproco passato, il reciproco presente ed il reciproco futuro. Sono le radici; le istantanee dell’amore dei propri genitori; il ricordo di quel giocattolo che ci si contendevano ma che chissà dove è andato a finire; la gelosia del passato; la rimostranza sulle presunte preferenze di mamma e papà; il ritrovarsi grandi, genitori, quando si è stati bambini insieme.
Fratelli e sorelle: quel regalo che non ha sempre una bella confezione, non arriva sempre subito, facilmente. A volte è sgualcito, ha qualche lembo scucito. Altre, ha difetti di comunicazione, qualche appetito non soddisfatto, una piccola carenza di base.
È un rapporto assai imperfetto, nella maggioranza delle volte, che comincia con un sentimento non sbagliato ma certamente non il più bello, la gelosia, ma che ha mira grandiose: l’amore eterno, la mano nella mano, la promessa di aiutarsi nonostante tutto, nonostante il tempo e dopo di noi.