Albina Verderame è la prima donna in Italia a provare a diventare mamma dopo il trapianto d’utero. La giovane siciliana di 30 anni si è sottoposta al delicato intervento di trapianto d’organo circa un anno fa presso l’ospedale Cannizzaro di Catania e ora è pronta a fare un altro passo e provare ad avere un figlio con la fecondazione assistita.
La sindrome di Rokitansky e la speranza di avere il trapianto di utero
La storia di Albina inizia nel 2008 quando a 17 anni a seguito di un controllo ginecologico, la ragazza scopre di avere la sindrome di Rokitansky, una patologia congenita per la quale si nasce senza utero. Il medico che le diagnostica la rara patologia legge negli occhi di Albina lo sconforto e prova a rassicurarla dicendole che in America si stanno facendo già i primi trapianti di utero. La ragazza si aggrappa a quella speranza per anni e va sempre avanti credendo che prima o poi sarebbe diventata mamma. Nel 2018 Albina scopre che il nostro Paese ha un protocollo per i trapianti di utero e si iscrive alla lista d’attesa del Cannizzaro di Catania. I giorni scorrono, Albina e suo marito Giovanni aspettano ogni giorno la chiamata dell’ospedale con la valigia pronta. Sono entrambi decisi a cambiare la loro vita, ma sono consapevoli delle difficoltà.
Albina di nuovo in ospedale per diventare mamma
Dopo due casi di incompatibilità si sentono avviliti, ma una telefonata dell’ospedale annuncia la bella notizia, Albina è compatibile con una donatrice! La giovane siciliana affronta un delicato intervento e diventa la prima trapiantata di utero in Italia.
I mesi successivi all’intervento prevedono una serie di controlli serrati, ma sebbene stressata, Albina si prepara a al momento in cui si potranno fecondare gli ovuli che ha congelato. Oggi a un anno dal primo intervento, la giovane coppia siciliana è di nuovo in ospedale, è arrivato il momento di prepararsi ad una gravidanza. Nel caso andasse tutto per il meglio la donna partorirà con un cesareo prima delle canoniche 40 settimane e poi subirà un nuovo intervento di asportazione dell’utero per non essere costretta a subire le terapie immunosoppressive antirigetto.
Albina e Giovanni sono decisi a diventare genitori e perciò comunque vada la fecondazione assistita, sono già in lista per adottare un bambino. Un gesto d’amore simile a quello fatto da una donna che Albina non ha mai conosciuto e che le ha cambiato la vita autorizzando il trapianto di organi in caso di morte.