Negli ultimi tempi abbiamo spesso sentito parlare di PFAS, sostanze chimiche largamente impiegate in campo industriale e presenti quasi ovunque: oltre ad essere dannose per l’ambiente, a lungo andare possono nuocere gravemente anche alla nostra salute. Tra i vari effetti sortiti dai PFAS sull’organismo umano, un recente studio ha dimostrato la loro capacità di compromettere anche l’allattamento al seno.
Cosa sono i PFAS e dove si trovano
I PFAS sono delle Sostanze Perfluoro Alchiliche dotate di particolari caratteristiche, come la stabilità termica e la repellenza ai grassi e all’acqua, che li rende adatti per la creazioni di prodotti che usiamo quotidianamente e trovano largo impiego in ambiente industriale.
Purtroppo, ciò che da un lato le rende delle sostanze molto versatili e utili per vari scopi (come per esempio conferire impermeabilità alle vaschette per alimenti), dall’altro le rende particolarmente inquinanti per l’ambiente. Le PFAS, infatti, proprio per la loro stabilità chimica e termica, hanno bisogno di tantissimi anni per degradarsi e questo fa si che sono fonte di inquinamento del sottosuolo e delle falde acquifere.
Ma dove si trovano i PFAS? Li troviamo quasi ovunque a partire da prodotti di uso quotidiano, come saponi, deodoranti, schiuma da barba, make-up, ma anche nei prodotti per la pulizia della casa e tanti tipi di tessuti, come quelli impermeabili o il pelle.
Sono altre sì presenti nella filiera agro-alimentare a partire dall’acqua che si usa per irrigare i campi, dai fertilizzanti e nella stessa frutta e verdura che li assorbe dal terreno.
I PFAS sono poi presenti nei contenitori per alimentari, nonché nel così detto packing che si usa per il confezionamento ed il trasporto del cibo da asporto o venduto al dettaglio.
E per finire lo si ritrova in quantità nelle stoviglie, come le pentole in teflon che devono la loro antiaderenza proprio ai PFAS.
Perché i PFAS comprometterebbero l’allattamento al seno?
Oltre al inquinare l’ambiente, l’esposizione continua e prolungata nel tempo sortirebbe effetti negativi sull’organismo, come l’insorgere di ulcere, tumori, disturbi alla tiroide e della fertilità. Ma non solo, sembra infatti che l’esposizione ai PFAS durante il periodo della gravidanza possa compromettere anche la riuscita dell’allattamento al seno.
A scoprire la correlazione tra le due cose è stata un’equipe di ricercatori danesi che hanno condotto uno studio su un gruppo di 1000 future neomamme.
Lo studio consisteva nel prelevare alle neomamme del sangue e analizzare il tipo di sostanze chimiche in esso presente e il loro livello di concentrazione. Le mamme, divise in due categorie, dovevano scrivere come procedeva l’allattamento, ma mentre un gruppo lo faceva a cadenza settimanale, l’altro doveva rispondere ad un questionario trascorsi 3 e 18 mesi dalla nascita del bimbo.
Si è così scoperto che nelle donne con maggiore concentrazione di PFAS c’era il 20% di probabilità in più di interrompere precocemente l’allattamento al seno rispetto alle altre.