Le restrizioni per la pandemia da Covid-19 fino a qualche giorno fa, vietavano alle atlete di potare i famigliari alle Olimpiadi. La nuova normativa consente alle mamme che gareggiano di portare i neonati al villaggio olimpico. La rivoluzione è avvenuta a seguito delle ripetute richieste delle atlete che hanno protestato per rivendicare il proprio diritto a proseguire l’allattamento.
Il CIO accoglie la richiesta della atlete: partono per Tokyo anche i neonati
Il Comitato Olimpico Internazionale ha stravolto le prescrizioni iniziali che prevedevano di escludere i famigliari degli atleti dalle Olimpiadi che si terranno a Tokyo dal 23 luglio all’8 agosto. Il nuovo provvedimento accoglie i bambini delle atlete che hanno bisogno di essere allattati al seno. La giocatrice di pallacanestro canadese, Kim Gaucher, per prima aveva lanciato sui social la sua protesta, perché non voleva partire senza Sophie, la sua bambina di soli tre mesi. La prospettiva per le neomamme era molto difficile, le atlete infatti avrebbero dovuto scegliere tra non partecipare alle Olimpiadi e il proprio diritto a allattare. La protesta della Gaucher si è estesa a macchia d’olio e alla sua voce isolata se ne sono aggiunte altre. La star del calcio americano, Alex Morgan ha una bambina di 5 mesi e ha sottolineato la disumanità di un provvedimento restrittivo che penalizza le madri e i neonati. Le neo mamme hanno vinto la loro battaglia e l’attuale normativa consente alle atlete di proseguire l’allattamento, anche durante le Olimpiadi. I figli più grandi però al pari degli altri famigliari, resteranno a casa a tifare per la loro mamma. Allyson Felix, beniamina americana che gareggia per l’atletica leggera infatti non potrà portare a Tokyo sua figlia Camryn, poiché ha due anni. La Felix si è unita comunque alle richieste delle sue colleghe per tutelare i diritti dei più piccoli.
Le nuove norme per il contenimento del Covid-19 a Tokyo
Le atlete per poter potare i figli al villaggio olimpico dovranno presentare una richiesta che dovrà essere approvata dal CIO per cui al momento, non si sa ancora quanti saranno i bambini al seguito delle atlete. Gli organizzatori stanno adattando le nome per il contenimento della pandemia alle nuove esigenze e stanno valutando i possibili controlli sanitari anche per i più piccoli. Le restrizioni infatti devono essere applicate in modo severo per tutelare la salute di atleti, staff tecnico e organizzatori e evitare che le Olimpiadi di Tokyo diventino un nuovo centro di diffusione della malattia.