Uno studio congiunto eseguito dall’Università di Padova insieme all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZV) e l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, sembra mostrare buone notizie in merito ai bambini e alla loro risposta al Coronavirus: anche chi, tra i più piccoli, è risultato asintomatico o ha avuto solo lievi sintomi sembra ottenere una grande risposta immunitaria contro il virus. Lo studio, apparso sulla rivista Pediatrics, ha coinvolto decine di famiglie venete con figli minorenni e ha osservato anticorpi fino a otto volte più numerosi, nonché più resistenti, fino a 7/8 mesi dall’avvenuta infezione.
In particolare, sono notevoli i risultati osservati sui bambini di età compresa tra 0 e 6 anni; tutto ciò emerge proprio mentre la comunità scientifica e le autorità sanitarie si stanno interrogando sull’utilità o meno di somministrare i vaccini alla fascia di popolazione più giovane, e i risultati sembrano quindi essere positivi.
Le analisi effettuate in laboratorio
Il controllo sugli anticorpi ha necessitato di esami del sangue e di sofisticate analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico anche grazie al contributo economico dell’Unione Europea. L’esito era già parzialmente atteso, spiegano i professori coinvolti, perché si era già notata la maggiore resistenza immunitaria dei bambini nei casi di contagio in famiglia: spesso, mentre i genitori presentavano sintomi più o meno seri, i figli erano totalmente asintomatici o addirittura negativi. Questo, se da un lato è un’ottima notizia per i piccoli (che mantengono l’immunità per molto tempo anche dopo aver superato l’infezione) può essere un campanello d’allarme a livello macroscopico: gli esperti spiegano come bisogna prestare la massima attenzione, perché i piccoli immunizzati possono comunque veicolare il virus, pur senza sentirne direttamente gli effetti.
Benefici (tanti) e (meno) rischi per i bambini
La forte risposta anticorpale induce gli esperti a ritenere utile la vaccinazione di massa anche per i più piccoli: in primis per spezzare la catena di trasmissione virale e, in secondo luogo, anche per consentire loro di tornare il prima possibile ad una vita normale, visto il grande prezzo che già hanno dovuto pagare, tra didattica a distanza, lockdown e numerosi problemi psicologici. Senza dimenticare che il cosiddetto Green Pass ha una validità di 6 mesi per i non vaccinati, indipendentemente dall’età; in attesa di un eventuale allungamento proprio alla luce di questi dati, la vaccinazione sembra quindi essere la soluzione tanto attesa anche per i bambini. Su questa questione, a breve, si pronuncerà l’Agenzia europea del Farmaco (EMA), potendo quindi contare anche sui risultati di questo studio italiano.