La bambina di 21 giorni, protetta solo da una scatola, è stata abbandonata tra le acque del fiume indiano. Un barcaiolo ha sentito il suo pianto si è avvicinato allo strano involucro e ha scoperto e salvato la piccola. Una storia da fiaba che ha commosso il Paese.
La storia di Ganga, bambina fortunata anche se abbandonata
Gullu Chaudharym, un barcaiolo indiano si trovava sulla riva destra del fiume Gange nella città di Ghazipur, quando ha sentito il pianto di un bambino provenire da una scatola tra le onde.
Gullu ha remato fin quando non si è avvicinato all’involucro che galleggiava e ha scoperto una neonata coperta da un panno rosso. Il colore rosso per la cultura indiana, è benaugurale e si usa per i matrimoni e le nascite. La scatola inoltre conteneva un foglio con il nome della bambina, Ganga, il tema astrologico della piccola, la sua età, alcuni bastoncini d’incenso e un’immagine della divinità indù, Durga, dea guerriera protettrice dei deboli.
Il barcaiolo sconvolto dal ritrovamento, ha remato fino a riva e ha consegnato la neonata all’ospedale locale. Le analisi mediche hanno stabilito che la bambina è in buona salute.
Il futuro di Ganga e del suo salvatore
Yogi Adityanath, primo ministro dello Stato si è congratulato personalmente con il barcaiolo e gli ha promesso una casa e altri benefici governativi come ricompensa per il gesto di umanità. La piccola Ganga invece riceverà un’istruzione da una scuola locale e la retta sarà pagata dallo Stato.
La polizia distrettuale è stata allertata perché in India l’abbandono dei minori è un reato penale, ma è difficile ricostruire chi abbia lasciato la piccola tra le onde del fiume. Molto probabilmente Ganga è stata lasciata sul fiume da sua madre o da un altro parente perché era curata e ben assistita.
La sua storia racconta il disagio di un Paese in cui ogni anno muoiono due milioni di bambine per aborti, maltrattamenti e malnutrizione.
Molte famiglie indiane infatti reputano che la nascita di una femmina sia una sciagura, per la consuetudine della dote da portare al momento del matrimonio. A molte donne inoltre non è concesso di lavorare pertanto, per gli starti sociali più poveri della popolazione essere femmina vuol dire combattere fin da piccola contro un pregiudizio di genere difficile da sradicare.