Secondo recenti studi i figli ereditano l’intelligenza quasi esclusivamente dalla madre, mentre il contributo paterno in quest’ambito sarebbe minimo.
L’intelligenza dipende dai geni materni
Secondo quanto pubblicato in uno studio recente, i bambini ereditano parte della loro intelligenza dai genitori, in particolare dalla madre. Fra il 40 e il 60% del QI di un figlio dipenderebbe da quello della mamma, mentre l’apporto genetico del padre in quest’ambito sembra essere addirittura trascurabile. A quanto pare i geni che determinano l’intelligenza vengono portati dal cromosoma X, quindi principalmente dalle donne. Studi in quest’ambito sono in fase di sviluppo fin dagli anni ’80 e le ricerche sulla trasmissibilità genetica dell’intelligenza sono state numerosissime anche in anni recenti. A quanto pare il ruolo delle madri è a dir poco fondamentale, se si aggiunge che i ragazzi con una madre emotivamente coinvolta sviluppano l’ippocampo fino al 10% in più rispetto a quelli con una genitrice distante e fredda. Il ruolo della mamma è quindi fondamentale sia a livello genetico che durante tutta la fase dello sviluppo cognitivo ed emotivo.
Sviluppo cerebrale ed emotivo: non conta solo la genetica
Nell’ambito dello sviluppo cerebrale, concordano gli studi, la genetica conta però solo fino ad un certo punto. Un ruolo importantissimo è ricoperto dall’ambiente, dagli stimoli e l’educazione. Insomma, il QI di un individuo è in parte ereditato dall’intelligenza materna, e in parte viene sviluppato con la crescita e con gli stimoli della vita. Anche in questo, soprattutto nei primi anni di vita, il ruolo della mamma è determinante come stimolo per lo sviluppo delle funzioni cognitive. Al di là dei condizionamenti sociali e ambientali, pare che oltre il 50% del QI di un bambino dipenda dalla madre, sia a livello genetico che educativo. I geni che trasmettono le funzioni cognitive sono infatti “geni condizionati” e nel feto si attivano solo quelli trasmessi dalla donna, mentre quelli del padre rimangono dormienti.